[questo pezzo è uscito su Loudd.it]
È ora che sappiate che “One Step Beyond” non è dei Madness, “You Keep Me Hangin’ On” non è di Kim Wilde e, soprattutto, “Tainted Love” non è dei Soft Cell, tantomeno di Marilyn Manson. Se siete ragazzi degli anni 80, un buon modo per uscire dall’adolescenza è accertarsi della paternità di certi brani e vedrete come l’immaginario delle canzoni che vi hanno fatto idolatrare questo o quell’artista crolla con naturalezza, come un castello di carte a cui ne è stata mossa una dalle fondamenta.
La bella notizia però è che, ad ascoltare l’archetipo di una delle canzoni più coverizzate della storia della musica, si può ricevere in cambio una sorpresa. L’originale ha mantenuto nel tempo una carica che nessuna versione successiva è mai riuscita a eguagliare.
“Tainted Love” venne composta nei primi anni 60 da Ed Cobb per i suoi Four Preps, un quartetto vocale americano, una specie di Platters bianchi tutto al maschile, ma fu registrato e pubblicato dalla cantante Gloria Jones solo nel 1965. Non fu un brano di particolare successo (era addirittura la b-side di un altro singolo) almeno fino a quando, a metà degli anni 70, non divenne un classico del Northern Soul inglese ed è molto probabile che il colpo di fulmine tra “Tainted Love” e Marc Almond si sia manifestato proprio grazie a un dj durante una serata dedicata al genere in voga ai tempi, in qualche club britannico.
I Soft Cell incisero “Tainted Love” nel 1981 in una versione che si caratterizza per la forza iconoclasta del synth pop/new wave dell’epoca nei confronti della musica precedente, da una parte, e per il sentito tributo che i cantanti dotati di spiccate capacità vocali nel periodo (come Marc Almond) hanno comunque voluto offrire alla Motown. L’arrangiamento – lo conoscete tutti – è una sorta di voluta riduzione all’essenziale, propria della musica elettronica, della forza viscerale degli strumenti acustici del soul, la sezione fiati in primis. Il ritmo è più lento rispetto all’originale e la tonalità è abbassata di qualche tacca, anche se la voce di Almond è tutt’altro che baritonale. Il paradosso è che comunque la registrazione dei Soft Cell a suo modo è riuscita a mantenere un tiro inconsueto per un brano composto unicamente da suoni finti tanto che, ancora oggi, fa la sua discreta figura.
Grazie al duo inglese, dagli anni 80 la popolarità di “Tainted Love” è salita alle stelle tanto da dare il via a una lunghissima serie di cover della cover della cover eccetera eccetera. Marilyn Manson, grazie a “Tainted Love”, ha messo a segno uno dei più importanti successi della sua carriera, tanto per iniziare. E se date un’occhiata alla lista delle volte in cui è stata riproposta e, soprattutto, alla varietà di nomi da cui è stata interpretata potreste rimanere stupiti. C’è stato persino un ottimo tentativo anche qui dalle nostre parti: il gruppo rockabilly/psychobilly catanese dei Boppin’ Kids ne ha inciso una versione alla Stray Cats nel 1986, comparsa persino nella compilation delle band partecipanti all’edizione di quell’anno di Sanremo Rock.
Possiamo dire che ogni versione di “Tainted Love” ha le sue peculiarità. Il fatto è che, quando un brano spacca in questo modo, puoi rigirarne i fattori a piacimento senza che il prodotto cambi. Resta sempre bello. Sentire però la primissima registrazione, magari per chi arriva dalle versione più recenti, fa comunque rimanere di stucco. Possibile che, nel 1965, ci fossero brani che suonavano davvero così?