Le vie delle città hanno spesso un senso unico e non è così difficile che, negli anni, il senso cambi. Si tratta di modifiche sulle quali incidono diversi fattori che vanno dalle reali esigenze della viabilità a veri e propri capricci di una neoeletta amministrazione locale che vuole mandare segnali di un nuovo corso. Il senso unico può quindi risultare frutto di una visione politica. Invertire il traffico può significare una riduzione dell’inquinamento ma, allo stesso tempo, un calo dei profitti degli esercizi commerciali penalizzati dalle maggiori difficoltà di transito inflitte come deterrente all’uso degli autoveicoli privati. Facile immaginare quali schieramenti partitici possano essere più orientati a una scelta piuttosto che all’ipotesi opposta.
Daniele ha otto anni ed è appassionatissimo di queste cose. Ha chiesto una mappa della città all’ufficio delle informazioni turistiche dove lavora Laura, che è la mamma di una sua compagna di classe, e ha disegnato le frecce sulle strade che indicano le direzioni in cui devono essere percorse. Per anni la via in cui abita ha portato dal mare verso l’interno, un solo verso pianificato con l’obiettivo di limitare gli ingorghi e gli incidenti che si sono susseguiti nel periodo in cui le auto potevano percorrerla lungo una doppia carreggiata.
Ma la quantità di veicoli è quadruplicata e ora le esigenze sono completamente diverse. La gente si è arricchita ma il possesso di un mezzo di trasporto privato non è ancora, fortunatamente, solo uno status symbol. Piuttosto, risulta fondamentale per scarrozzare la famiglia a qualche picnic fuori porta, nel fine settimana.
Anche il papà di Daniele si è concesso finalmente un’auto nuova. O, meglio, usata. Daniele attende affacciato alla finestra che suo padre torni per la prima volta con la Ford marrone appena ritirata dal rivenditore e che sarà, da quel giorno, l’auto di famiglia. Da qualche giorno il Comune ha rivoluzionato la viabilità. Ora la strada si percorre in senso inverso, dall’interno verso il mare. Una scelta che si rivelerà vincente. Il cambiamento sembra aver rivitalizzato la zona e, negli anni seguenti, permetterà al quartiere di rifiorire.
Daniele non è ancora abituato e non ha ancora aggiornato la sua mappa dei percorsi. Al momento deve sforzarsi di scrutare la via dalla parte opposta rispetto a quella che, fino a pochi giorni prima, è stata la normalità. Poi però non resiste e si volta verso il mare. La vista è più bella e il flusso del traffico ricorda l’estuario di un fiume. Proprio in quell’istante qualcuno suona il clacson. Una macchina lì sotto mette la freccia, accosta, e con un’agile manovra – malgrado si tratti di una berlina – si posiziona perfettamente allineata con le altre nell’unico spazio disponibile.