Succede sempre più spesso. Giorgia e Remo rientrano a casa ma la loro casa non appaga più quel desiderio di rifugio che si prova la sera, quando la giornata lavorativa finisce e si spalanca davanti il piacevole ignoto del tempo non produttivo. Giorgia e Remo se avessero due nomi meno ordinari potrebbero essere i protagonisti di una di quelle storie da centinaia di pagine che hanno radici in qualche generazione precedente e si perpetuano nelle vite di quelle future. Dalle nostre parti invece i personaggi inventati come loro riescono a pianificare solo fino a giovedì prossimo. Hanno preso appuntamento con Rita dello studio Archidomo per discutere insieme di qualche intervento di ristrutturazione del loro appartamento e mancano sempre meno giorni a giovedì. L’ingresso è da razionalizzare con l’inserimento di un mobile contro la parete sinistra che contenga giacche e cappotti d’uso quotidiano insieme alle borse porta-pc di entrambi. Ne parlano già da un po’ quando sono insieme. A cena, a colazione, quando si trovano in coda, prima di addormentarsi. Colori, materiali, impatto. L’appuntamento di giovedì potrebbe finalmente cambiare il corso della loro vita perché una casa confortevole aumenta in modo esponenziale la base installata della felicità di chi la abita. Remo cerca di ripercorrere i particolari del progetto che ha ricevuto dall’architetto via mail. Un disegno in PDF i cui dettagli sono poco comprensibili ma che danno il senso dell’insieme. Non ha idea del costo, nemmeno a spanne, e teme che poi rimarranno delusi perché sa che non se la sentiranno di impegnarsi in una spesa di quell’entità. Riesce a strutturare una lista di domande che porrà nel corso dell’incontro mentre attraversa il viale di fronte all’ingresso dell’ufficio in cui lavora da vent’anni. Un’arteria che collega il centro all’aeroporto e che alterna senza un algoritmo ben preciso traffico congestionato da ore di punta in entrambi i sensi a momenti di vuoto totale. Il fatto che sia un giovedì è assolutamente casuale.