soccorso stradale

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L’incubo di Nino era quello di rimanere in panne in autostrada così, quando è stato il momento di cambiare la macchina, si è comprato un carro attrezzi e ha risolto il problema all’origine. Ma non ha cambiato lavoro, attenzione. Nino è un professionista nel suo settore e non si sogna certo di arrotondare lo stipendio andando a recuperare le automobili guaste o ammaccate per condurle alla carrozzeria più vicina. Nino usa un fiammante e robusto carro attrezzi per affrontare sia gli spostamenti a corto raggio che le lunghe traversate per le vacanze, fiducioso nel fatto che un carro attrezzi non possa mai avere problemi meccanici o che mai dovrà cambiare una ruota usando il cric. Per non parlare della comodità dell’abitacolo, che consente di ospitare, oltre all’autista, chi è costretto a ricorrere al soccorso stradale e il suo equipaggio. Dentro ci si sta anche in sei ed è una fortuna perché il mezzo, considerate le dimensioni e lo scopo con cui è stato pensato, non può essere lanciato a velocità spinte. Di valige e borse, poi, ne contiene a iosa e, in caso di emergenza, può caricarsi l’auto di sua moglie dietro e sfruttarne il portabagagli.

Non vi ho detto che Elena è la moglie di Nino e, insieme ai figli, si sono dimostrati più che orgogliosi dell’acquisto, anche se impegnativo dal punto di vista dell’investimento. Nino ha sempre avuto il mito delle ragazze che andavano a Londra da sole ai tempi in cui mica c’erano i voli low cost e un viaggio di quel tipo equivaleva a mettere una pietra sopra al proprio passato. Una svolta. E, a Londra, proprio Elena ha trascorso quasi dieci anni dopo il diploma e, quando è tornata, parlava perfettamente l’inglese e aveva un figlio pronto per iniziare le elementari. Nino avrebbe voluto andare a trovarla in UK sfruttando la conoscenza di un amico che stampava biglietti ferroviari contraffatti a ventimila lire cadauno in un vero e proprio laboratorio artigianale. Comunque Nino l’ha aspettata lo stesso e, al ritorno, ne ha sposato il progetto, oltre alla persona in sé. Ancora oggi, quando Elena rimprovera Nino a Nino gli trema il mento, come succede ai bambini che trattengono le lacrime, se si deve giustificare per qualcosa. Poi infila pantaloncini, maglietta e le scarpe da calcetto nella sua sacca con il logo de “Il dentista moderno” e mette in moto il carro attrezzi per raggiungere gli amici sul campo che prenotano un giorno fisso alla settimana. Il figlio di Elena ha ancora adesso l’accento inglese e ha chiesto per il suo compleanno un cane di una di quelle razze che vanno di moda oggi e, come se non bastasse, l’ha chiamato Liberato.