Meriterebbe uno studio sociologico il fenomeno per cui la trap (o il trap, non ho capito ancora bene se sia emme o effe ma mi piace pensarla al femminile, anche solo per bilanciare il machismo dei cantanti autotunati) ha fatto presa così tanto sulle fasce più giovani del pubblico. E quando dico più giovani intendo i bambini, i ragazzini, diciamo dai nove o dieci anni in su ma sto sicuramente approssimando. Mi chiedo anche cosa pensi gente come Sferaebbasta e Capo Plaza di questo aspetto. Se cioè il fatto che mescolati ai loro fan standard, conciati da loro fan standard, ci siano anche studenti di quarta elementare. Fino a cinque anni fa tra i bimbi andavano gli One Direction e Violetta. Oggi questo radicale cambiamento suscita molta curiosità negli appassionati come me e vi assicuro che si tratta di un interesse scevro da qualunque giudizio morale. Voglio dire, tra Alvaro Soler e Ghali scelgo Ghali tutta la vita. Penso però che questo forte moto di appartenenza sia unico nella storia della nostra società, soprattutto perché riguarda persone di quell’età. Il mio obiettivo quindi è capire come ha avuto origine tutto ciò, da dove è iniziata questa trasformazione, perché purtroppo ero preso a fare altro e non me ne sono accorto. E il fatto che Sferaebbasta abbia soppiantato i Modena City Ramblers sul palco del Primo Maggio, visto che siamo nel 2018, non mi preoccupa più di tanto. Ci penserà, come al solito, il tempo.