Di certo non si può dire che in Andalusia non si sappiano divertire. Nei giorni della festa delle croci di maggio, in ogni piazzetta di Cordoba si riversano migliaia di persone a ballare la musica del posto e a prendere d’assalto i chioschetti in cui la birra costa 1.50 al bicchiere. Non vedi nessuno con la maglietta dei Joy Division starsene ai margini a compatire l’entusiasmo altrui tranne forse qualche turista italiano cinquantenne poco a suo agio con i ritmi ternari. Non sto parlando di me, naturalmente, anche se proprio ieri sera mi sono trovato in una situazione analoga in quella meravigliosa città. Osservando la festa ho sperato che un giorno mia figlia possa venire in posti come questo a trascorrere l’anno scolastico all’estero delle superiori o per il programma Erasmus all’università, altro che quelle pallose città del nord dove tutti sono biondissimi e stanno rintanati in casa dal freddo. Mentre gruppetti di giovani davano il meglio di sé con tutta quella giravolta di mani, chiacchieravo con una coppia di ultrasessantenni islandesi ma residenti da trent’anni ad Amsterdam, in vacanza in Andalusia, che non credevano ai loro occhi da tanti eccessi comportamentali. Per loro e per me, fuori tempo massimo, restano comunque ben altre soddisfazioni. Io, per esempio, ho appena trovato una copia praticamente intonsa di “Wish” dei Cure su vinile a diciotto euro in un negozio di dischi usati. È proprio vero che in Spagna costa tutto meno.