Stamattina, durante il consueto zapping radiofonico con cui mi diletto quotidianamente nel corso del tragitto casa – stazione, nella speranza di trovare una canzone decente che accompagni il mio viaggio, ho notato la novità che si è palesata in formato radio data system sul display. China FM è la prima radio approdata sulle frequenze italiane (a Milano occorre sintonizzarsi dalle parti dei 92.4) che trasmette esclusivamente in idioma mandarino. Peccato che nella manciata di minuti la canzone trasmessa non fosse niente di che, un pezzo pop con il rullante della batteria registrato a un volume spropositato ma non ho fatto in tempo ad azionare Shazam, comunque in auto è sempre meglio avere le mani libere. Ho memorizzato però la stazione nei programmi dell’autoradio per vedere che aria tira, da quelle parti, e se ci sia la possibilità di ascoltare musica interessante. In Cina vive più di un miliardo di persone, non dubito che in quella sterminata popolazione ci siano anche band interessanti e, conseguentemente, gente con gusti curiosi. A me le radio in lingua e musica sconosciuta mi affascinano sin dai tempi in cui con mio papà, da bambino, sul cocuzzolo della collina appenninica in cui si trovava la nostra casa di campagna setacciavamo le bande AM a tarda sera, nella ricerca di voci esotiche. Trovarle era uno spasso. Voci in francese, speaker dai paesi del Patto di Varsavia, trasmissioni dal nord Africa, notiziari in lingua inglese dalle basi Nato. La radio cinese mi sembra, quindi, una bella cosa, soprattutto se indispettisce qualche becero sciovinista visto che, di questi tempi, hanno maggioranze politiche mica da ridere.