Non saprei dirvi se fare dei figli sia giusto o sbagliato, sempre se possiate farli e se ve li potete permettere. A me essere padre è una cosa che piace un casino, molto più che essere uomo, copywriter, musicista, blogger, aspirante scrittore, runner, smanettone su Internet, figlio, fratello e tutto il resto. Mi è piaciuto sin dall’inizio, dal momento in cui mia figlia, a poche ore dal parto, mi ha afferrato l’indice della mano destra con una delle sue manine. Ora le cose sono completamente diverse perché per fare il padre di un’adolescente ci vuole una sorta di laurea specialistica, un master in cui ti insegnano a dimenticare per almeno un lustro la figlia che avevi prima, armarti di santa pazienza, e di stare pronto ad accoglierla al meglio come la conoscevi quando sarà disponibile, sempre che tu abbia lavorato bene. Comunque, malgrado le difficoltà, mi sembra di cavarmela discretamente. In tutto questo non so dirvi se c’è lo zampino del mio, di padre, se ha avuto analoghe attenzioni nei miei confronti e, in tal caso, se io ne ho fatto tesoro e nella mia esperienza non ho fatto altro che applicare delle best practice, come si dice. Probabilmente, a meno di episodi gravi o eclatanti che ti costringono a non dimenticare mai più, di questo passaggio di consegne tra genitori e figli non ce ne accorgiamo nemmeno e quindi ci sono forti possibilità che un giorno ma figlia si troverà a fare delle considerazioni di questo tipo su di me. Sono stato importante per lei? Mio padre è stato importante per me? Possiamo comunque permetterci di festeggiare?
Io festeggio il mio di padre e aspetto la festa della mamma per fare considerazioni analoghe