Un programma ben fatto sul sequestro di Aldo Moro quarant’anni dopo può tenerti incollato alla tv almeno fino a quando, come musica di sottofondo alle immagini d’epoca, non mettono gli Strokes. È successo qualche sera fa. La trasmissione era “Atlantide”, la prima parte delle due puntate dello speciale dedicato a uno dei più grandi punti interrogativi del secondo dopoguerra. La canzone era “Reptilia”, tutta tagliuzzata dalle parti cantate e rimescolata in versione solo strumentale ma, come potete immaginare, riconoscibilissima. Si tratta di un mistero, la scelta di commentare footage del 1978 con un brano del 2003 quando esiste una letteratura musicale d’epoca pressoché infinita, tanto quanto le stranezze di quell’episodio – il caso Moro – su cui nessuno si è mai impegnato a dare una mano per fare chiarezza. Dopo così tanti anni, e sbolliti i bollori complottari ante-litteram che ci hanno visto annoverare tra gli autori dell’azione terroristica dall’estrema sinistra all’estrema destra andata e ritorno almeno con un giro doppio e con un doppio salto carpiato, siamo giunti alla rassegnazione che forse non c’è proprio niente da spiegare, le cose sono andate così, altro che dietrologia, punto e basta. Oggi ci sono ben altri misteri su cui soffermare la nostra attenzione. Il primo riguarda quelli di sinistra che hanno votato per i grillisti: ora che si delinea all’orizzonte un’ipotesi di governo con la Lega di Salvini, cosa pensano e, soprattutto, non hanno valutato, prima di votare in massa il grillismo, che c’erano possibilità che finisse così? Il secondo riguarda invece Stephen Hawking, e il fatto che ci abbia lasciati proprio il 3.14, scritto all’americana, il giorno in cui si festeggia il Pi Greco. Che poi, a dirla tutta, perché abbiamo festeggiato il Pi Greco? E allora radice di due?