Io e Wolfgang abbiamo in comune lo stesso insegnante di armonia jazz, ma è doveroso ricordare che nel ristretto ambiente musicale cittadino ci conosciamo un po’ tutti. Sua sorella ha un nome altrettanto mitteleuropeo ed è di una ruvidezza fuori dal comune. Era legata a Nicola che invece, pur nelle sue stranezze, si colloca all’opposto per temperamento e latitudine. Io e Wolfgang abbiamo deciso di vederci per studiare musica insieme e far fruttare al meglio i nostri investimenti in lezioni private. Anche se Wolfgang è un chitarrista ha in casa un bel pianoforte accordato, così ci incontriamo da lui e, con il supporto di qualche cd del metodo Aebersold, quelli che consentono di escludere la sezione ritmica o il piano a seconda dell’uso che se ne vuole fare perché registrati sui due canali opposti dello stereo, ci diamo dentro con le improvvisazioni, le sostituzioni e tutti i trucchi che quel volpone del nostro maestro, che si è diplomato in un college di jazz americano facendo spendere ai suoi l’ira di Dio, ci dispensa con irritante parsimonia per cercare di prolungare il più possibile la nostra sete di apprendimento e, di conseguenza, le occasioni di introito.
Così quando gli dico che ho trovato un lavoro vero e regolarmente retribuito con ordinari orari di ufficio e che, evidentemente, non ha nulla a che fare con la musica, Wolfgang confessa di ammirarmi e che lui, a differenza mia, non si vede proprio a fare nessun’altra attività che non sia suonare. E anche se le lezioni di jazz sono finite, incontro Wolfgang e la sua compagna molto spesso al sabato mattina al bar nella piazzetta del Carmine, proprio sotto casa mia. Fanno colazione con focaccia e cappuccino seduti fuori perché, mi dice lui, così si può godere il sole e l’aria aperta. Grazie a Wolfgang poi ho avuto una ghiotta occasione di trovare una casa in affitto davvero straordinaria. Nel palazzo in cui abita con i suoi hanno reso disponibile l’ex portineria. L’appartamento ha una struttura bizzarra e Wolfgang, nel descrivermelo, non esita a paragonarlo a una sede di partito. La sala ha una caratteristica finestra a oblò, le stanze sono tutte in fila e danno sullo stretto corridoio. Anche se è ubicato al piano terra, dalla posizione del balcone si vede persino una striscia di mare a ridosso del porto, laggiù in fondo.
Qui da noi non usavano le portinerie, ma ho sempre voluto vederne una
Qui da noi non usavano le portinerie, o almeno nel mio quartiere, ma ho sempre voluto vederne una