il packaging che fa la differenza

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Quante volte avete scelto un prodotto per la confezione, per il design della scatola che lo contiene, per la forma della bottiglia o anche solo per la grafica dell’etichetta, pur non avendolo mai provato prima? Io sono più allocco di voi e ci casco sempre. Uno dei miei sogni più perversi è quello di vendere un prodotto, uno qualsiasi, ma inscatolato nei cartoni della pizza e farmelo spedire a domicilio, magari portato da un pony express (si chiamano ancora così come ai tempi di Jerry Calà?) che ti suona alla porta e gli smolli qualche moneta di mancia. Ma poi dentro il cartone della pizza, la pizza mica c’è. Prendi dalle mani del ragazzo il cartone, lo apri e dentro trovi una maglietta, un abbonamento a Netflix, un libro, un album di foto. Se fate un mestiere inutile come il mio nella comunicazione chissà quante volte vi avrete pensato. E capisco che per molti di voi non trovare la pizza nel cartone possa essere una delusione inconsolabile con i tempi che corrono, e anzi, a dirla tutta a furia di parlare di pizza mi è già venuta voglia di ordinarne una delle mie preferite, magari con salsiccia e friarielli. Comunque, per farla breve, non so se sapete che sta per uscire una versione di “You’ve Come a Long Way Baby” di Fatboy Slim a vent’anni dall’uscita e sì, so cosa pensate. Sono già passati vent’anni, quante volte abbiamo ballato tutti quei singoli riempipista, non c’è più il big beat di una volta, qui una volta erano tutti campionatori eccetera eccetera. La seconda bella notizia è che Fatboy Slim, a sua insaputa, ha coronato il mio sogno e, sempre per il discorso che sono più allocco di voi, 40 sterline per questa versione le spenderò con enorme piacere. Sono sicuro che la pizza sarà deliziosa. P.S la maglietta inclusa è geniale.

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