Qualche giorno fa parlavo delle migliaia di foto digitali che archiviamo lungo la nostra vita e che sono una caratteristica, nel bene o nel male, dei nostri tempi. Si parlava, anche nei commenti, del modo più efficace per conservare il tutto e renderlo facilmente fruibile. Pochi giorni dopo quel post, chiacchierando con un collega, ho scoperto che l’abbonamento al servizio di Amazon Prime consente di avere, oltre a Prime Video, anche Prime Photos, ovvero uno spazio illimitato di storage per il proprio archivio fotografico. Ci sono anche inclusi 5 GB di spazio per file di varia natura e video. Ho così trasferito nel cloud tutte le svariate tonnellate di immagini che ho accumulato in questi quattordici anni di vita di mia figlia (e vita famigliare). Si lo so che c’è anche Google Drive, ma ha un limite e il bello di Amazon Photo è proprio che il limite non c’è.
Il sistema è molto comodo anche perché vi si può accedere tramite Internet sia usando il PC che con un’app dedicata, questo permette di avere sempre sotto mano non solo le foto che normalmente custodiamo sullo smartphone ma, da veri fanatici, a tutto quanto in qualunque momento. Capito la figata? Sono in treno e posso consultare il mio intero archivio di foto, roba che prima alla fine non facevo mai perché dovevo essere a casa, accendere il pc, collegare l’HD esterno ma poi finiva che mi mettevo a fare altro e, come certi album di foto stampate, non sempre riuscivo a godermele come meritano. C’è solo un risvolto negativo, in tutto questo. Come potrete immaginare, la portata di malinconia di questa innovazione non ha confronti. Sfogliare gli album fotografici, cartacei o digitali, talvolta mette un po’ di tristezza ed è inutile trovare un perché. La gamma delle tristezze che può generare l’avere a disposizione sempre un’intera vita fotografata è gigantesca, ma questo lo sapevo ancora prima di scoprire Amazon Prime Photos.
Google foto: 15 GB a disposizione, archiviazione automatica, condivisione con mamma e altri parenti 😉
Amazon Photos: idem, ma illimitato 😀
Il bello delle foto digitali, e del costo che si portava dietro l’acquisto del rullino e dello sviluppo dal fotografo, era l’autolimitazione nello scatto.
Non mi convince “l’illimitatezza” dello storage e la possibilità di scattare “all’infinito”.