Quello che mi piace di Rai Storia è che le probabilità di accendere la tele e di beccare un documentario in bianco e nero sulla Seconda Guerra Mondiale o avvenimenti ad essa attinenti è molto alta. Questo mi fa molto piacere, da una parte, perché di questi tempi è bene insistere sui fondamentali. Dall’altra resto scettico sull’audience che un canale monotematico e, in più, ai limiti del monografico possa avere. Quanti siete ad avere questa passione, questa curiosità mai soddisfatta a pieno, questa sete di verità e giustizia, questa fissazione sul cuore del novecento, quest’impeto di rispetto che vi spinge a soffermarvi ossequiosi di fronte ai morti, agli eroi, a chi si è sacrificato per la libertà, alle vittime di una delle più efferate follie di tutti i tempi? Quanto durerà, se tempo un paio di generazioni il legame per i valori della Resistenza e dell’antifascismo sarà reso così light e trasparente da vederci attraverso?
La Seconda Guerra Mondiale e tutti i temi ad essa correlati raggiungono il top di esposizione in giornate come quella di ieri. La Giornata della Memoria ha visto una vera e propria maratona tra programmi di analisi, filmati originali, rappresentazioni teatrali e film storici. Io, come immagino voi, sono un soddisfatto possessore di un televisore smart, che letteralmente in inglese significa televisore intelligente. Ecco, secondo me la smart-tv non è tanto l’apparecchio che, connesso all’Internet, funziona come un pc dedicato all’intrattenimento. La smart-tv, ovvero la tv intelligente, è quella che manda a ciclo continuo trasmissioni sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla shoah, sui campi di concentramento, sulla liberazione, sui Partigiani che fanno piazza pulita dell’invasore, sui processi a nazifascisti. La tv intelligente è quella che settant’anni dopo ci permette di riflettere ancora e che consentirà alle generazioni successive alla nostra di ricordare sempre e di raccomandare a quelle dopo di fare lo stesso, affinché nessuno – da informato – possa più fare confusione.