Avete presente quei film in cui per un incantesimo un adulto diventa un bambino e viceversa? Per un periodo di tempo padre e figlio o madre e figlia o zio e nipote o prof e alunno, ora non ricordo bene la trama, si scambiano i corpi e la vita stessa e così vivono reciprocamente i pro e i contro dell’uno e dell’altro ruolo. Non oso pensare a cosa peggiore e per fortuna che, se a qualcuno di noi succedesse davvero, faremmo di tutto per svegliarci dal brutto sogno.
Ho pensato a questa specie di stregoneria qualche giorno fa mentre viaggiavo sulla metro per tornare a casa dall’ufficio, tutto fiero della mia copia in vinile della ristampa di “Our love to admire” degli Interpol pubblicata per il decennale dell’album, fresca di acquisto e pronta per essere messa sul piatto. Ai tempi, da ignorante qual ero, avevo preso la versione su cd e, da allora, ho vissuto nel rimpianto dell’occasione perduta fino a quando una brillante strategia commerciale del terzetto newyorkese ci ha messo una pezza e io, target perfetto per questo tipo di stregonerie, mica quelle a cui facevo accenno su, ci sono cascato come un pollo.
Comunque è successo che una ragazzina delle superiori con una felpa rossa di Abercrombie si è seduta accanto a me, ha inforcato gli auricolari e ha messo “Unknown Pleasures” sul suo iPhone, l’ho visto perché mi piace sbirciare di nascosto quello che ascolta la gente e poi l’intro di batteria di “Disorder” è talmente noto ed elementare nella sua esecuzione che lo riconoscerei anche mimato. Ora non voglio riaccendere la vecchia solfa della musica derivativa e di Paul Banks che imita il timbro di Ian Curtis, visto che ormai la questione si è risolta almeno dal 2007. Ma in quel frangente c’è stato un ribaltamento dei piani, una specie di sottosopra tanto per parafrasare una nota serie TV di moda, in cui chi sta da una parte ha lasciato il posto a chi sta dall’altra. Un cinquantenne con canzoncine da ragazzini, una ragazzina con nelle orecchie la storia della musica moderna. La magia si è protratta per almeno cinque fermate, poi ho iniziato a preoccuparmi per i compiti che avrei dovuto fare per il giorno dopo.