il molare della favola

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Ho acconsentito per due lire l’incarico di sistemare i testi per il sito di uno studio dentistico. I soldi non puzzano di pasta riempitiva, di tartaro rimosso con quel sistema a spruzzo o di altre oscenità che evito di farvi presente, se non altro per chi ha lo stomaco debole. Così ho approcciato l’incarico allo stesso modo in cui procedo per la mia attività ufficiale, quella di scrivere contenuti di marketing in ambito tecnologico. Mi sono cioè documentato sufficientemente per riuscire a utilizzare i toni della comunicazione efficace (in questo caso per il web, quindi seguendo tutti i crismi del SEO e del SEM, che se siete del mestiere saprete benissimo non servire a un cazzo) partendo da materiale scritto – il cosiddetto brief – con il linguaggio tecnico dell’odontoiatria. Questa fase di studio comporta la lettura e la comprensione di testi redatti da specialisti del settore. Scorrendo questi contenuti ho avuto la conferma di quanto le tecniche e le tecnologie dentistiche abbiano fatto progressi da quando mi sottoponevo al trapano primordiale della malcapitata dottoressa che aveva in cura i miei denti storti (anche per i dentisti comunque i soldi non dovrebbero puzzare, e anzi più le cavità orali sono messe male, per loro meglio è) tanto quanto quel giochino che fa Google che, cercando i risultati di una precisa parola, ti fa vedere la pagina piegata da un lato. Del resto se fate caso alle nuove generazioni non ce n’è uno con il sorriso approssimativo come il nostro. Guardi un film e non noti nessuno con quei disallineamenti che solo trent’anni fa erano all’ordine del giorno. Ci sono modi per tutte le tasche per ottenere dentature perfette, alcuni molto costosi, ma oggi si tratta di un investimento al quale nessuna famiglia rinuncia. Anzi, darsi da fare con la prevenzione sin da piccolissimi consente di ridurre le complessità da grandi. Ci pensavo venerdì scorso, al rientro dal lavoro. In treno una donna di fronte a me – a grandi linee mia coetanea – si è addormentata con la bocca spalancata lasciando scoperti gli incisivi inferiori, indubbiamente accavallati. La stavo osservando quando lei si è svegliata nel modo in cui ci si sveglia da un pisolino sui mezzi pubblici e mi ha colto in flagrante nella mia indiscrezione. Così, per cercare di rimediare per averla messa in imbarazzo, le ho sorriso.

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