Se non vi ho ancora contattato è perché il vostro cognome inizia per E e, al momento, non ci sono arrivato con l’ordine alfabetico che sto seguendo. Vi chiedo di portare pazienza e di aspettare a scrivermi una mail di chiarimenti, nel caso non abbiate ricevuto mie notizie, almeno non prima della fine di ottobre. Per il resto a tutte le persone che conosco, amici, parenti, gente conosciuta sul lavoro, a scuola, sopra e sotto il palco, in sala prove e durante la mia attività di runner dilettante, ai vari comitati genitori e in coda al cinema, in trent’anni di pendolarismo sui mezzi, in pizzeria e in biblioteca, al Rapsodia di Alassio nei primi anni 90 dopo innumerevoli birre corrette con superalcolici, sugli spalti dei palazzetti durante gli impegni sportivi di mia figlia, a tutti quanti voi – al momento, ripeto, unicamente tra Alani Sonia e Dutto Gianmarco compresi – dovrebbe essere già arrivata la mia comunicazione con cui riconosco la vostra vittoria o, per dirla meno da ipocrita, ammetto la mia sconfitta, come si fa alle elezioni. Avete vinto voi e non lo dico per vittimismo gratuito o per suscitare compassione e, nel mentre, aumentare il numero di visite a questo spazio con uno degli stratagemmi più banali ma meno appaganti della storia dell’Internet. Il problema, piuttosto, è che avendo tanti ambiti di competenza, per così dire, in cui me la cavo più o meno bene ma comunque nei quali ho deciso di partecipare – perché l’importante è partecipare – è oltremodo complesso gettare la spugna perché se ne devono gettare molte ma, a questo punto, chi se ne importa davvero. Ho capito una cosa fantastica e d’ora in poi, ora che ho iniziato, non smetterò mai più. Ve lo assicuro e vi invito a fare come me: nulla è più appagante di riconoscere la superiorità altrui.
Io la riconosco spesso, ma che mi appaghi non è proprio vero. Diciamo che se sei competitivo può rilassare
Allora io sono appagato anche per la prossima reincarnazione.
In un’altra vita, quindi, troverò un caffè appagato.
Basta, vado via.
no, resta