Teresa è quella bellissima ragazza – è quasi impossibile non riconoscerla – che lavora all’ufficio informazioni a cui è stato concesso in via del tutto eccezionale di portarsi a casa una borsa di un noto supermercato piena di generi alimentari che qualcuno, entrato per chiedere qualcosa, ha lasciato lì. Dentro c’erano due succulente fette di torta al cioccolato con la marmellata di ciliege, roba da consumarsi all’ora del tè come fanno i veri inglesi, del formaggio da accompagnare con i biscotti che noi chiamiamo impropriamente cracker, due dolcetti provenienti da una pasticceria kosher e persino una lattina di Guinness. Su quella il collega di Teresa che era di turno con lei ha un po’ tentennato, e in realtà sarebbe stato più giusto dividere equamente, ma in certi casi prevale spesso la dignità per per far intendere agli altri di non aver bisogno di cose in eccesso perché si è in grado di amministrare al meglio le proprio risorse e non mancare di nulla, o al limite quel sentimento che identifichiamo impropriamente con cavalleria.
Una Guinness, comunque, se la sarebbe bevuta volentieri, ma a Teresa è difficile dire di no e poi ha prevalso una specie di pudore: si è immaginato uscire dall’ufficio con la lattina alla bocca, intento a dare lunghe sorsate di birra, e incrociare quella famigliola che si precipita per tornare in possesso della borsa piena di generi alimentari dimenticata per una distrazione poche ore prima.
Teresa si ricorda persino che cosa le era stato chiesto in quel frangente e cosa abbia indotto quelle persone un po’ strambe a dimenticarsi persino della propria cena lì, ma i suggerimenti su cosa fare per cambiare in meglio un’esistenza piatta e monocorde non è semplice darli, almeno così sui due piedi e poi a gente che non si conosce nemmeno. Ha provato con consigli generici: imparare a suonare uno strumento musicale – a Teresa piace molto la tromba anche se teme di sfigurarsi i lineamenti dopo che ha visto un vecchio filmato di Dizzy Gillespie con le guance gonfie in un modo mostruoso. Fare yoga, che sembra essere un buon deterrente all’ansia, oppure prendere lezioni di una disciplina da combattimento per vincere certe paure. Migliorare l’inglese, e da come si era sentita porre quelle domande ce n’era il bisogno, là fuori è pieno di corsi di lingue. Avrebbe persino voluto suggerire di provare con la scrittura di un memoir, oggi vanno molto di moda e sono anche alla portata di tutti. Lei stessa si cimenta in questa pratica in modo discontinuo, ha persino partecipato recentemente a una specie di concorso in cui si sono iscritti in 380 anche se, purtroppo, non risulta tra i vincitori.