Sul blog di Cristiano, che non vi linko per non rovinarvi il piacere della scoperta, continua il suo interessante esperimento di raccolta di memorie a più voci di episodi inerenti la sua vita e che Cristiano ricorda differentemente. Una bella prova di umiltà, quella di rinunciare al proprio punto di vista per lasciar spazio all’autorevolezza altrui che, per quanto riguarda le cose che ci sono accadute, spesso è decisamente più efficace, non trovate? Così, per non saltare di palo in frasca e per mantenersi fedele alla sua linea, mi ha chiesto la mia versione di quando ha partecipato a quella specie di selezione che si è tenuta contestualmente alla partita di calcio tra la rappresentativa dello stabilimento balneare in cui trascorreva le vacanze estive e una squadretta rivale.
Si è presentato all’appuntamento con il suo look da colloquio e ha superato brillantemente le prime due prove, se non fosse che con la seconda commissione si è lasciato scappare che aveva da poco superato il concorso per diventare insegnante di ruolo e questo temeva potesse compromettere l’esito finale. Tutti gli abbiamo assicurato che non avrebbe dovuto preoccuparsi, rispetto alla media dei candidati Cristiano davvero era di tutt’altra statura culturale.
La terza prova è andata un po’ meno bene ma per un problema di linguaggio tecnico, comunque la sensazione degli esaminandi era oltremodo positiva e il clima collaborativo, anche se nella terminologia Cristiano ha utilizzato parole correttissime da un punto di vista lessicale ma in parte bizzarre per il contesto. Comunque tutto alla grande, come si dice dalle mie parti.
Il problema era solo che Cristiano non voleva assolutamente giocare la partita di calcio sia per l’abbigliamento formale che aveva indosso, sia perché era ed è uno scarpone in quella specie di sport. Ha temuto fino alla fine di essere chiamato in campo ma poi il portiere, un amico comune che oggi vive all’estero e fa il geometra, gli ha detto che erano in numero sufficiente per fare a meno di lui. Così Cristiano ha atteso con il suo completo e la cravatta di essere chiamato sul palco dalla figlia dei proprietari dello stabilimento per ritirare il suo premio, di certo la più titolata da un punto di vista estetico per prendersi una responsabilità di questo tipo.
Poi non so come è andata ma a me sembra che abbia insistito lui per svegliarci da quel sogno, erano le otto passate ed eravamo in vacanza e c’erano ancora tante cose da vedere a Londra. Così ci sono rimasti una discreta mole di dubbi e cose irrisolte ma non importa, in vacanza certi pensieri passano subito tante sono le cose nuove in cui ci si imbatte per strada.