Sono venuto a sapere solo ora che quando il marito di Agnese ha dato il suo contributo al cambio degli armadi, la scorsa primavera, ha trovato la verità nella tasca interna di una giacca di mezza stagione che non indossava dall’autunno scorso. Mi ha raccontato di ricordarsi perfettamente il momento in cui l’aveva riposta lì insieme allo scontrino del biglietto della mostra di Modigliani, nemmeno se un artista particolarmente soggetto al rischio di falsi desse maggiori certezze delle cose in genere. Senza contare il rischio di rovinare tutta la sicurezza di sé portando poi la giacca in tintoria, se non fosse che i capi leggeri, da quando i mesi torridi si alternano senza soluzione di continuità a quelli gelidi, il marito di Agnese non riesce a metterli più di una o due volte, senza sporcarli. Ve la immaginate la verità in lavatrice? Vederla vorticare in balia della centrifuga e non poterci fare nulla. A me è successo proprio la settimana scorsa con gli auricolari dello smartphone che avevo scordato nei pantaloni verdi. Comunque, grazie al rinvenimento fortuito, il marito di Agnese ha ripreso a dispensare consigli su tutto, anche su questioni serie che necessitano di competenza, autorevolezza ed esperienza. Il marito di Agnese zoppica vistosamente eppure, malgrado questo, senza nemmeno guardarti negli occhi, assicura che lasciare la società sportiva di cui è presidente sia un errore senza ritorno in quanto, chi ha cambiato, poi si è dimenticato persino i fondamentali e non è stato più in grado di giocare. Io non mi prenderei mai una responsabilità di questo tipo. Conviene che ti fai operare. Prendila a benzina se non fai tanti chilometri al giorno. Devi mettere un tuorlo a persona e un albume ogni due uova. Firma il nuovo contratto prima di dare le dimissioni. Salta da qui, dovresti farcela. Io la lascerei e mi metterei con Miriam. Puoi partire da casa tranquillamente un quarto d’ora prima. Nel dubbio, con tutti questi pareri, fatevi firmare una sorta di copertura assicurativa. Per questo è più divertente dare consigli ovvi, non ci sono dubbi, se non insistere con quella gag in cui si consigliano scelte già prese, uno scherzo che comunque le prime volte disorienta chi si prende troppo sul serio. Al mio art director gli dico sempre “te la cavi bene con la grafica, potresti fare uno di quei corsi e imparare a usare Photoshop”, ma mi sono accorto che rido solo io. A Tiziano che giocava nella squadra di football americano e si ammazzava di palestra quella volta che mi ha detto che gli piaceva essere grosso gli ho consigliato di fare un po’ di pesi, sicuramente ne avrebbe giovato. Così ha piegato il braccio per mettere in mostra il bicipite e mi ha chiesto di toccare, non aveva capito che stavo scherzando, io così glielo ho un po’ stretto e gli ho detto “dai fai il muscolo! Perché non lo fai?”.