I muri tra gli stati sono la stampa in 3D delle linee tracciate sulle carte geografiche e per fortuna non ce ne sono molti al mondo perché poi, viaggiando via terra, uno si aspetta ti trovare le stesse righe tratteggiate o quelle unite, più importanti, rese in qualche modo, e che proprio per questo siano difficili da oltrepassare. Invece il bello è che passi in auto da un comune all’altro, da una regione all’altra e in alcuni casi da una nazione a quella confinante senza nemmeno accorgertene. Non c’è proprio niente se non un cartello o qualche avvertimento se cambia qualcosa. Spiegatemi allora perché, però, io sento davvero qualcosa. In autostrada, passo dalla Lombardia all’Emilia Romagna e mi viene un brivido, mi sento come quando nel tunnel degli orrori del luna-park ti avvicini con la macchinina alla doccia ma per una volta l’acqua non si spegne, solo che anziché bagnarmi prendo una specie di scossa. Zot. La mia spiegazione è che i confini non sono stati definiti solo per complicare le lezioni di geografia a scuola. Ci sono davvero dei fattori diversi: nell’aria, nella luce del sole, nel valore di ph, le cose pesano più o meno, l’unità di misura è lievemente differente con litri più abbondanti e chili più pesanti. Quando sbarco in Sardegna per le vacanze, giusto per farvi un esempio, le distanze hanno la stessa apparente misurazione ma se parlate con chi ci è stato vi confermerà dell’impressione comune dei foresti sul chilometro sardo. Si respira poi molto meglio, ma questo aspetto ha una spiegazione molto più ovvia, vuoi il profumo della macchia, vuoi che sei in ferie. Probabilmente alle persone cambiano persino i connotati, questo accade anche spostandosi da un paesello a quello vicino. Qui nei dintorni di Milano è difficile capire dove ti trovi veramente perché la grande città metropolitana si estende senza soluzione di continuità. Attraversi la strada e sei nel comune vicino ma poi giri l’angolo e torni in quello in cui hai la residenza. Qui da noi fare come hanno fatto a Berlino sarebbe stato molto più complesso. E non c’è niente come provare l’ebbrezza di oltrepassare un confine come farlo a piedi, anzi se volete una full immersion in questa esperienza portatevi sotto a un cartello che introduce la città, sedetevi lì sotto e godetevi l’esposizione a queste radiazioni di cui nessuno è ancora riuscito a scoprirne l’origine.
Un pensiero su “da un posto all’altro, ecco che cosa si prova davvero”