“Sei mia” la canta Riccardo ad Amici ed è veramente una canzone di merda. Ieri l’hanno interpretata tre ragazzetti tamarrissimi sul treno, una aveva già gli shorts di jeans e mi chiedo cosa indosserà a luglio, sapete che per me le stagioni sono una questione di calendario e al 31 marzo, caldo o non caldo, ci vuole ancora la maglia della salute. C’era un signore seduto di fronte a me che era infastidito dal fatto che i ragazzi tamarrissimi la cantassero, con la base suonata a palla sul telefonino, e dal casino inappropriato per un luogo pubblico che facevano. Io no. Stavo leggendo ma non mi ha disturbato il baccano. Mi ha disturbato la musica di merda che sono stato costretto ad ascoltare, la pessima qualità a cui sono stato esposto. Il mio compagno di viaggio si è voltato e ha chiesto ai ragazzetti tamarrissimi se, secondo loro, non stessero esagerando, una domanda retorica che non ha avuto risposta alcuna se non la reiterazione del messaggio. Io invece mi sono voltato verso di te e ho detto proprio “che musica di merda”, ma il problema è che tu non c’eri. Pensavo avessi cambiato facoltà, o cambiato orari, o cambiato città di partenza, o cambiato città di destinazione. Invece ti sei rotta un piede e l’ho notato solo poco prima, quando ormai non potevo più tornare indietro per chiederti come fosse successo e così abbiamo viaggiato in due carrozze distanti e distinte. Peccato, perché l’occasione non era male, anzi. Fa il paio con quella volta in cui non mi sono fermato per darti uno strappo in auto quando pioveva e ti ho superato mentre camminavi senza ombrello. Ora però potrò unire le due cose: al vederti zoppicare sotto l’acqua e riparata solo dal cappuccio del parka sicuramente non mi tirerò indietro, preparerò anzi le cose affinché la colonna sonora sia più appropriata.
Un pensiero su “non possiamo certo essere amici, né oggi né allora”