Gianpaolo viaggia quasi per i sessanta e ha uno di quei mali che non si riescono nemmeno a pronunciare tanto fanno paura, figuriamoci a debellarli. È lui al centro del nuovo episodio che sarà trasmesso oggi del fortunato docu-reality “50 anni e New Wave”, che come avevamo già detto ai tempi è il sensazionale programma del momento che fa un po’ il verso a “16 anni e incinta” ma è dedicato a un gruppo di ex-giovani cresciuti ascoltando The Cure e Talking Heads che ora, alle soglie della terza età, proprio non se la sentono di mettere le Creeper in soffitta e appendere il chiodo al chiodo. Gianpaolo, nemmeno fossimo in un film di Isabel Coixet e non alla tv italiana, viene messo a conoscenza di avere al massimo un anno di vita e, ancora sotto la copertura wireless dell’ospedale, manda subito un Whatsapp a Salvatore. “devo parlarti, posso venire da te subito?”.
Gianpaolo e Salvatore erano rispettivamente chitarra solista e basso rigorosamente suonato col plettro di una band new wave attiva tra l’82 e l’87, prima che – vuoi l’università, vuoi il militare, vuoi il lavoro – ognuno andasse per la sua strada. Ma Gianpaolo ha avuto sempre quel gruppo nel cuore perché è stato lì che ha vissuto gli anni formativi della sua vita. Ha militato successivamente in decine di complessi di tutti i generi, ma con nessuno ha provato quello che ha provato con Salvatore e gli altri, con nessuno è riuscito a esprimere il vero suono new wave italiano alla stessa maniera.
Per farla breve, Gianpaolo convince Salvatore a rintracciare gli altri, compreso Mauro il batterista che da quando fa il geometra in Comune ha perso tutto il suo estro new wave, per rivivere anche solo per una sera, sul palco di un piccolo teatro di quella città di provincia, le sensazioni provate allora, tutto vestito di nero con la sua Telecaster graffiante.
Da lì parte tutta la macchina organizzativa. La moglie di Fede, l’addetto ai synth, è una PR oltreché una firma del quotidiano locale. È lei che lancia l’idea della serata di beneficenza. Coinvolge alcuni animatori del mondo no profit della zona e mette in pista una partnership con una popolarissima associazione che gravita intorno al presidio sanitario. La notizia fa il giro della città: un uomo dal destino segnato che invita tutti ad assistere a quello che sarà l’ultimo concerto della sua vita, una cosa che non farei mai già solo pensando a cosa si prova a suonare l’ultimo pezzo di un ultimo concerto. Morirei di crepacuore sul palco.
Il nuovo episodio di “50 anni e New Wave” si conclude però con una festa, e non con un Funeral Party. Gianpaolo, Salvatore, Fede, Gene, Mauro e Lino con la stessa strumentazione che imbracciavano nei primi anni 80, tra le luci e il fumo di un’esibizione live, la sala gremita, gli abiti di scena neri e grigi, molti di quelli che li seguivano quarant’anni prima in piedi a ballare con anfibi e capelli cotonati sotto il palco, in un tripudio di buon vecchio sano gusto new wave, che Gianpaolo porterà sempre con sé ovunque andrà. Mi raccomando, non perdetevi l’episodio. Merita davvero.
Ecco, non credo diventerebbe uno dei miei programmi preferiti, ma la tua nuova casa mi piace assai
grazie! Tienti pronta, prima o poi farò il vernissage.
Per i fan dei Duran poteva essere “L’ultima Arena”.
ma non eri metallaro?
Mai stato (ascoltavo solo Dream Theater e Van Halen) e poi quand’ero ragazzino c’era Dj television: Duran Duran, The Cure, Spandau Ballet, Wham, Bananarama, le mosse di Michael Jackson…
scrivo per la prima volta “bei tempi” sul mio nuovo spazio web 🙂