la vita non ti può passare davanti in un istante perché viaggia con te e verosimilmente ha pure l'abbonamento

Standard

Oggi ho preso il solito treno per recarmi in ufficio e, anziché la solita calca di gente mai vista, come per miracolo c’erano tutte persone che conoscevo. Oh no, direte voi lettori, ecco il solito pippotto tra l’onirico e il wannabee Douglas Coupland di quel fanatico di futuro di plus1gmt che pubblica una nuova storiella che gli autori di “Ai confini con la realtà” nemmeno sotto tortura e in mancanza disperata di soggetti sceglierebbero per il lato B di un qualunque episodio minore della loro serie. Oh, che volete che vi dica. Sono salito sul solito treno delle 8.18, mi sono seduto con gli occhiali sul naso come ogni giorno, pronto a leggere qualche pagina di “Hotel del Nord America” di Rick Moody, ma ho avuto subito l’impressione che ci fosse qualcosa che non andava. Quello davanti a me era Pino, che in seconda elementare si era inventato un gioco in cui io e lui eravamo una specie di schiacciasassi vivente e i compagni non l’avevano presa molto bene. In piedi, al mio fianco – il treno delle 8.18 è sempre super-gremito – c’era Vania con quella felpa blu con la zip che mi divertivo ad abbassare per accelerare l’incontro con i suoi seni, inutile dire che lei era consenziente. I tre seduti dietro erano i Tedium Vitae, un gruppetto fusion che aveva suonato dal vivo a un programma pomeridiano per ragazzi su Rai Due condotto da un esordiente Fabrizio Frizzi. C’erano persino Paolo Monesi, uno dei datori di lavoro che tutto sommato rimpiango di più e la Rosita, la bidella con i capelli rossi che aveva un figlio che poveraccio ha fatto una brutta fine. Ho visto poi Anna che raccontava a qualcuno che non ho riconosciuto perché era di schiena quanto ci siamo amati senza amarci mai e poi tutta la famiglia Rocca al completo, testimoni di Geova Doc probabilmente in trasferta evangelizzatrice.

Ecco, se questo fosse stato un film di quelli con la sceneggiatura un po’ strampalata avrei pensato di essere bello che spacciato, tra l’altro il mio amico Fabio mi ha avvisato che questo soggetto non è così originale e mi ha citato addirittura un film di Kaufman. Non vi nascondo però di essermi spaventato tantissimo, quella è l’ora in cui la pastiglia per la pressione fa effetto e sono facile ai cali di umore. Così ammetto di essere fuggito vigliaccamente, salutando in fretta e furia tutti e spostandomi alla carrozza successiva, ma ad essere sincero l’esperienza è stata ancora peggiore. Appena mi sono seduto, la ragazza di fronte a me si è rovesciata un’intera bottiglia di acqua nella borsa e sulle gambe e non so se per nervosismo, nel senso che l’acqua si è innervosita e si è rovesciata da sola perché era effervescente, mica che una ragazza si innervosisca alla mia presenza, oppure semplicemente per una casualità. Insomma, il resto del tempo l’ha passato ad asciugare i documenti e il resto dei suoi effetti personali, a cercare di tamponare i jeans e a versare l’acqua rimasta nella borsa sul pavimento. Sarà stata anche una mattinata speciale, ma avrei preferito viaggiare con il solito architetto con i capelli rossi che fa il responsabile dell’ufficio tecnico di non so che agenzia immobiliare, qualche isolato dopo quello in cui mi reco ogni mattina con il treno delle 8.18.

2 pensieri su “la vita non ti può passare davanti in un istante perché viaggia con te e verosimilmente ha pure l'abbonamento

  1. A proposito di coincidenze: avete mai notato che gli episodi dal dentista e dall’oculista di Peppa Pig ripetano gli stessi numeri nelle cartelle cliniche?

    Un segnale di adunata? “Occhio per occhio, dente per dente”

    Scusate, non sto tanto bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.