L’unico giorno in cui ha parlato di me sul suo blog è stato l’unico giorno in cui non ho letto il suo blog che è un po’ come la storiella del tipo che va tutti i giorni all’edicola, prende il giornale e guarda nei necrologi se c’è il suo e non c’è mai, e poi l’unica volta in cui non va la proprietaria dell’edicola apre il giornale e dice “che scemo questo! Oggi che non si è presentato hanno pubblicato il suo nome”. La conoscevate? Invece io oggi non ho letto il suo blog e ha parlato di me, ha raccontato delle strade e dei luoghi e dei sentieri intorno all’ospedale in cui lavoravo e in cui ci piaceva mangiare insieme, come il giorno del mio compleanno quando si è presentato con la torta al cioccolato con il mio nome scritto sopra alla glassa o quando gli avevo preparato i biscotti dolci allo zenzero o il pane alla banana. Ha scritto anche del parco e delle persone strane che correvano, di quello travestito malissimo da donna che avevo già incontrato da sola alla stazione di Torino e poi di quella volta che si è sbagliato e mi ha detto una cosa che probabilmente non voleva dirmi e di quando mi sono messa la gonna e lui pensava che l’avessi fatto per un altro, ed è un peccato che io tutte queste cose non le posso certo sapere perché oggi non ho letto il suo blog e mi spiace perché davvero, questa volta aveva parlato di me.
Che occasioni perse per sapere cos’è che si vorrebbero sapere.
Ps. Si dovrebbero pubblicare per qualche giorno di fila i post che si vogliono far leggere. Un po’ monotono, ma aumentano le probabilità