Ieri mattina il termometro segnava meno un grado ma ho percepito il freddo solo quando ho letto la temperatura sul display della farmacia, anche se avrei potuto interpretare il parabrezza ghiacciato come un presagio veritiero. Ma questo tipo di gelo non è stato niente in confronto alla notizia del vicino del piano di sotto che ha tentato il suicidio in bagno, intorno all’ora di pranzo. Non scendo nei dettagli per i motivi di rispetto e di riservatezza che potete immaginare. Mi limiterò a fare il punto su una serie di cose in cui mi sono imbattuto ignaro della tragedia che si stava per consumare. In macchina il ghiaccio c’era anche dentro, un fenomeno del tutto inspiegabile tanto quanto il primo pezzo che ha riempito l’abitacolo non appena ho messo in moto. Alla radio accesa dalla sera prima stavano trasmettendo “In the waiting line” degli Zero 7, un pezzo del 2001 che, in quello stato di freddo polare, mi ha dato l’impressione che tutto – la musica, la società, la mia macchina – si fosse ibernato in una sorta di criogenesi proprio come quando succede che non c’è niente di meglio ed è meglio congelare la situazione e aspettare che le condizioni generali siano più dignitose. Una bella coincidenza: ho appena terminato il nuovo romanzo di Don DeLillo in cui Zero K, che sta per zero Kelvin alias lo zero assoluto alias la temperatura più bassa conosciuta, è uno stato in cui il nostro vissuto va in stand-by. Allo stesso modo, la gente al di qua dei libri cerca di togliersi la vita perché crede di poter riaccenderla quando tutto sarà diverso. Un mondo – ma egoisticamente ci basterebbe anche solo una piccola città – in cui si trova un lavoro, non esistono problemi di salute che fanno soffrire i figli piccoli, i cani si riescono ad addomesticare come nei film di Disney e a Natale funziona tutto bene per tutti, ed è la speranza a essere cristallizzata in uno stato solido che così la possiamo persino toccare quando ce n’è bisogno. Un saluto, caro D., qui tutti speriamo davvero che tu ce la faccia.
(aggiornamento: no, purtroppo non ce l’ha fatta)
Commossa. Mi associo discretamente agli auguri . K.