1. Ringraziare.
Ieri sera all’ora di cena ho suonato al signor Giovanni, il mio vicino di casa, che ogni anno più o meno di questi tempi fa l’albero di Natale nell’atrio del portone. Non glielo chiede nessuno e non è né una sorta di rappresentante del comitato di condominio o che altro. È in pensione e lo fa e basta. Ogni anno, il primo giorno in cui vedo l’albero tutto addobbato con le lucine accese rientrando dopo l’ufficio mi si riempie il cuore di gioia, penso che è Natale, che mia figlia è contenta anche se ormai è fuori dalla fase dei regali magici, che a breve sarò in ferie per un paio di settimane. Così prima di mettermi a fare il risotto ho suonato il campanello di casa sua, mi ha aperto sua moglie Paola e l’ho ringraziato.
2. Chiedere scusa.
È bello e basta, comporta del coraggio ma è una responsabilità da cui non dobbiamo esimerci. Anche se non siamo sicuri al cento per cento che il destinatario se lo meriti, che ci costa? Ci priviamo di qualcosa di vitale se apriamo una breccia di speranza nella dura corazza del nostro orgoglio? Il sollievo è assicurato, e vedere la soddisfazione nella persona a cui avete rivolto le vostre attenzioni è impagabile.
3. Ammettere che l’altro ha ragione.
Siete forse i depositari della verità universale o riuscite a rinunciare, per una volta, al primo posto nella classifica di chi dice/pensa/fa il giusto? E allora che diamine, fare un passo indietro non consuma nemmeno un grammo del vostro amor proprio ed è un bel gesto che di questi tempi di maleducazione sui social network è tutt’altro che scontato. Dite a qualcuno che ha ragione e sbalordirete l’uditorio, farete faville, farete incetta di like e cuoricini e sbancherete l’Internet con un anacronistico impulso di bontà.
4. Riconoscere la competenza altrui.
Basta con i manualini per qualsiasi cosa e, dall’altra parte, lasciate che la gente sia libera di fare come crede e vuole. Sbaglia? Mette forse a rischio la propria incolumità? Che bello dire “va bene, fai tu che sei più bravo e capace”, è come aprire le finestre per aerare la stanza da letto la mattina, o passare il tergicristallo sul parabrezza per scoprire che il vetro è appannato dal di dentro, e non fuori. Bella questa metafora, eh?
5. Fare domande.
Questo è un mio chiodo fisso. Ma sono io l’unico a interessarsi delle persone, o sono solo io a essere così insipido che nessuno vuole sapere nulla di me? Comunque gli occhi della gente quando gli chiedi qualcosa di personale si illuminano d’immenso, il problema magari è riuscire poi a farli tacere dopo ma chi se ne importa, l’importante è che siano felici e che abbiano voglia di contraccambiare.
6. Chiedere consigli professionali.
L’unica accortezza è girare muniti di ombrello, impermeabile e galosce per evitare di venire inondati dall’ego e dalle personalità che esondano e travolgono ogni cosa nel raggio di metri. Alla gente fa molto piacere essere interpellata sui propri cavalli di battaglia. Fotografia ai fotografi, motori ai meccanici, ricette ai cuochi, rimedi ai medici e così via, il concetto è abbastanza semplice da capire.
7. Chiedere consigli personali.
Tutti siamo maestri di vita, con le nostre esperienze possiamo vivere almeno tre o quattro esistenze accessorie oltre la nostra. Davanti a una birra, in una serata infrasettimanale, ognuno di noi riesce a trasformarsi in un punto di riferimento in temi riguardo ai quali nemmeno l’Internet riesce a dare un supporto efficace, a partire dall’amore, l’amicizia, il futuro, il lavoro, la famiglia, i figli.
8. Chiedere consigli su libri, film e dischi.
Ecco, qui se volete far felice me siete i benvenuti, e vi prego di portare pazienza con la mia boria da intellettuale ma, senza falsa modestia, ne so più di quanto potete immaginare.
9. Prodigarvi a portare aiuto concreto.
Vi chiama Tizio perché ha la batteria a terra dall’altra parte della città. Vi scrive Caio perché ha bisogno di trovare le registrazioni originali di un vecchio demo-tape di un amico comune. Vi chiama Sempronio perché ci sarebbe da dare una mano all’organizzazione del torneo della squadra di pallavolo di vostra figlia. Ecco, dite sempre di sì. Lo so che la citazione più in voga è quella di Servillo che dice che non vuole più perdere tempo a fare cose che non gli interessano ma quello è un attore che vive in un film mentre voi, dopo i titoli di coda, avete un mondo con cui entrare in relazione. Pensateci.
10. Prestarvi a leggere il blog di qualcuno che ve lo chiede.
Ecco, per esempio il mio. E magari, se vi capita, divulgate il link.
Leggere in silenzio dai feed vale? Io ti leggo quasi tutti i giorni.
Perbacco
Alcune di questi punti per qualcuno sono paragonabili al taglio di un arto, ma credo che riuscire ad applicarli ti renda davvero migliore la vita
D’accordo su tutto tranne la 6. Se vogliamo parlare di hobby, che sia fotografia, cucina, punto croce o modellismo, disponibilissima e con grande piacere. Ma le domande di lavoro fuori orario, no grazie, soprattutto perché se di lavoro sei una sistemista informatica, ti chiedono la qualunque, dal modello di tablet da comprare alla nipote al telefono per la zia al ferro da stiro per la mamma. Qualunque oggetto dotato di presa di corrente ricade nella categoria.
Trovo che sia un post bellissimo.
Anche se non l’ho letto.
ah scusa mi era sembrato di sentire qualcuno parlare, forse è la tv del vicino
Oggi ti voglio più bene del solito, Plus, tra l’altro ti tocca suonare di nuovo al vicino e ringraziarlo anche da parte mia per l’albero nel portone.
Ora vado a diffondere il post, è bellissimo!
Buona serata!
riferirò 🙂 un abbraccio anche da parte sua
Quoto. A me, ingegnere informatico, hanno chiesto di guardare l’impianto idraulico di un appartamento.
Questo buonismo mi preoccupa. Voglio un post sul programma trash preferito da me, mia moglie e, forse, la desaparecida Claudiappì: Take me out.
Pare che anche passare l’anticalcare alla macchina per il caffè di mia madre rientri nella categoria. Si potrebbe dire che oltre ai dispositivi elettrici rientri nella categoria anche qualunque oggetto dotato di manuale delle istruzioni.
Carinissimo 🙂 …