Oggi tutto ha la barba. Uomini, donne, bambini, giovani e vecchi hanno la barba. Ma la moda del duemila ha convinto anche gli animali che, da che mondo è mondo, non vogliono sembrare da meno, e così dai volatili ai suini, dagli ungulati ai primati sino alle specie meno interessanti dal punto di vista etologico – la classe degli insetti, di cui si potrebbe fare anche a meno – oggi sfoggiano barbe più o meno lunghe ma straordinariamente curate. Fin qui tutto bene perché comunque, si sa, i peli sono di materiale biodegradabile e quindi anche quelli più duri (pensate alla barba che hanno i crostacei) una volta che finiscono nel grande trituratore dei rifiuti organici tornano a essere utili in qualche modo per l’ecosistema e chi si è visto si è visto. Il guaio è che gli oggetti e tutto ciò che compone il regno degli esseri tutt’altro che viventi si è messo in testa di farsi crescere la barba. Avete visto le rocce barbute? E le cose in vetroresina, che i designer si fanno in quattro per progettare le linee più fighe e minimal e poi quelle appena le lasci da sole si fanno venire ‘sti barboni da hipster? Il fenomeno ci sta fuggendo di mano, e ve lo dice uno che a fatica sta scrivendo un articolo di denuncia pestando i tasti di un laptop tutto ricoperto da una barba disordinata da nerd come solo i dispositivi elettronici sanno portare. Ma non posso lamentarmi, perché la barba di plastica tutto sommato è semplice da sfoltire e l’effetto è quello che una volta dava tagliare i capelli alle Barbie (che barba anche le Barbie) con l’illusione che ricrescessero senza contare che ora le bambine che hanno avuto l’infanzia interrotta proprio dal trauma di scoprire che erano anch’essi di plastica come il resto del corpo, e che quindi l’azione era irrimediabile, possono recuperare l’equilibrio smarrito scoprendo che oggi alle bambole i peli crescono davvero. Pensate alla barba di mattoni che caratterizza i muri, a quella di cemento armato di certe grandi opere civili (la barba del Ponte sullo Stretto, roba da matti) fino alla barba di amianto degli edifici abusivi degli anni 70 rimasti ancora da smantellare. Che ne sarà di tutte queste barbe così ingombranti?