Ci sono buone possibilità che la vita sia una cosa che ti danno in prestito e poi, al termine del giro, la restituisci all’organizzazione come le audioguide delle mostre o gli apparecchietti simili che hanno le comitive in visita per ascoltare le spiegazioni della guida. Ho partecipato a una visita al Cimitero Monumentale di Milano un paio di sabati fa, con un tempo perfettamente autunnale che, per un’esperienza del genere, era proprio la morte sua. E quella cosa che dicevo prima mi è venuta in mente proprio lì, tra un monumento funebre e una tomba più ordinaria. Ci sono le occasioni in cui – mi è successo alla mostra su Bowie, domenica scorsa – vieni fornito di dispositivi tecnologicamente all’avanguardia. Cuffie della madonna con i bassi amplificati o anche tablet super-velocissimi per seguire al meglio le cose che vedi esposte. Manco a dirlo, quando finisce tutto c’è quasi sempre una ragazza deliziosa a ridosso dell’uscita a cui consegnare i dispositivi ricevuti in dotazione per migliorare l’esperienza di visita. La ragazza è deliziosa ma se la prende un po’ se non stacchi prima la cuffia e lasci a lei l’incombenza.
Chissà però se qualcuno ci prova a mettersi tutto nello zaino e passare inosservato, anche se un museo non è certo il primo autogrill in cui entri, ti mangi un gelato facendo il percorso che ti fanno fare per farti venire voglia di acquistare tutte quelle cose che ci sono all’autogrill e che chissà se qualcuno avrà comprato mai nella sua vita, getti la carta del gelato nella spazzatura, vai sotto a fare la pipì e a lavarti le mani ed esci senza pagare dopo la gimkana tra salami, confezioni di Kinder da millemila barrette, best seller, superalcolici e persino oggettistica che ogni volta mi tenta, a partire dai cucchiai da cucina in legno a forma di basso e chitarra a venti euro, li avete visti?
Ma, tornando al discorso di prima, al cimitero di Milano la dotazione era diversa. All’ingresso mi è stata consegnata una cuffia mono-auricolare blu che, alla fine, la guida ci ha detto di gettare. Io pensavo che le dovessimo restituire, malgrado la semplicità dello strumento, e che ci fosse dietro una struttura dedicata alla sterilizzazione di quegli oggetti intimi come per le cuffie hi-fi di Bowie. Invece no, probabilmente costa di più farle pulire che lasciarle da smaltire o riciclare alla nettezza urbana, di certo nessuno le utilizza una seconda volta, siamo troppo abituati allo stereo per sopportare un downgrade a un mono-auricolare.
Questo per dire che probabilmente, se mi confermate la veridicità della metafora della vita che restituisci a fine giro, c’è qualcosa di poco valore che ti resta alla fine e che in qualche modo ti ha messo in contatto per tutto il tempo in cui sei rimasto in ballo con qualcuno che ti ha dato delle dritte e ti ha suggerito su cosa soffermarti e cosa no. Il Cimitero Monumentale è gigantesco e mica riesci a vederlo tutto e poi, obiettivamente, non tutti si possono permettere opere d’arte come certi vip che vi riposano. Quindi niente, se c’è qualcosa che resta alla fine fate come me. Ho ancora quel mono-auricolare nella sua confezione intonsa nella tasca del piumino 100 grammi che indosso proprio da quel sabato lì, perché poi, per affrontare la visita, ho utilizzato i miei, di auricolari, quelli dello smartphone, perché sono stereo e perché ho pensato che sarebbe stato meglio così e perché non fido poi tanto delle sterilizzazioni anche quando non sono previste perché alla fine, le cuffie, ti dicono di tenerle.
Ecco, hai fatto bene.
A parte questo mi piacerebbe visitare quel cimitero, a quanto ne so è ricco di opere d’arte e sicuramente ci saranno anche monumenti scolpiti da artisti che hanno lasciato la loro traccia a Staglieno.
Ciao Plus!
“… autogrill in cui entri, ti mangi un gelato facendo il percorso che ti fanno fare per farti venire voglia di acquistare tutte quelle cose che ci sono all’autogrill…”
Insomma, alla Verdone.
https://youtu.be/7p30gP0mUP4