Qualche sera fa davano alla tele “La mafia uccide solo d’estate” che ho rivisto per la quarta o quinta volta, è uno di quei film che mia figlia non si vuole perdere a ogni replica e comunque non c’è motivo di cambiare canale, lo spettacolo è godibilissimo. Il problema è che più lo vedi e più la simpatia di Pif e il modo in cui riesce a sdrammatizzare il tema vanno in secondo piano ed emerge, invece, il contesto che fa da fondo alla storia. La mafia, Andreotti, la carneficina, la politica e, non ultimo, la connivenza di una parte dei siciliani e dell’Italia intera con tutto ciò. Così, sui titoli di coda, abbiamo riflettuto sul fatto di quanto in basso possiamo cadere noi italiani. Ora non vorrei buttarvi giù di morale, ma della nostra storia c’è poco da essere contenti e queste cose dovremmo sempre tenerle a mente anche quando sbandieriamo al mondo il Made in Italy e le nostre famose eccellenze che poi, guarda caso, non ci traggono mai d’impiccio. Probabilmente perché il substrato ma anche gran parte delle radici e di tutto quello che c’è sopra sono belli marci e quindi possiamo fare gli spaziali quanto vogliamo ma poi è quel nostro mix di grettezza, ignoranza, voglia di semplificazione unito a tanta tanta presunzione che ci getta costantemente agli ultimi posti di tutte le classifiche, quella della civiltà su tutte. Che poi magari in tutto il mondo sono così e anche peggio. Le stragi nelle scuole per le armi in vendita nei supermercati, l’integralismo religioso, i regimi, i crimini contro l’ambiente oltre a quelli verso le persone, insomma l’erba del vicino probabilmente è piena di concime chimico e cancerogeno tanto quanto la nostra, chissà. Quindi state pronti con il vostro dito alzato a dirmi “ma anche in Xxxxx fanno così se non peggio”, e lo accetto. Però, che un paesino del cazzo si mobiliti per impedire l’ospitalità a 20 profughi, tutti donne e bambini, per l’Italia mi sembra davvero un punto senza ritorno. D’altronde è il bello della democrazia diretta, no? I cittadini fanno quello che vogliono e chi se ne fotte della legge.
Ma per me qua è proprio questione di ignoranza: se la tua vita è una merda, come fai a pensare che sia colpa di venti immigrate, per altro appena arrivate?
e’ davvero triste, anche se è giusto non dimenticare che succede anche il contrario, ci sono persone che si adoperano ogni giorno per migliorare la vita altrui. Però è vero, come dice gaberricci, che sembra più facile trovare un capro espiatorio che prendersi la responsabilità per quello che non va nella nostra vita (dimenticando che questo ci permetterebbe anche di provare soddisfazione per le cose che sappiamo fare). Forse il senso di inferiorità individuale diventa nazionale, penso che sia in parte un aspetto umano presente ovunque, anche se anch’io ho a volte la sensazione che qui sia più sviluppato che altrove, ma non saprei. Crescere figli a cui questo stato di cose non sta bene è forse il miglior atto di protesta che possiamo fare.
la pochezza di certe genti è impressionante… eppure quelle genti siamo noi