Io che di futuro me ne intendo oramai ho sviluppato una competenza tale che posso toccarlo con le mani. Mi basta mettermi in punta di piedi – e dire che sono alto – un po’ come faccio quando devo prendere la candeggina che è nel ripiano in alto in alto dell’antibagno, oltre il raggio di azione di minorenni e gatti. Allo stesso modo posso sentire la consistenza dell’impegno che ricorre settimanalmente e che cade domani, o dei tre incontri di lavoro di fila che mi occuperanno fino a mercoledì sera della prossima settimana, ma anche del momento in cui mi è stato consigliato di togliere le pile delle valvole nuove installate sui termosifoni, in modo che non guastino i dispositivi con l’ossido, la prossima primavera quando verrà spenta la caldaia dell’impianto centralizzato. Appuntamenti che basta sfiorarli per capire se sono ruvidi o arrendevoli, se è bene prendere le misure prima o basta dimostrarsi accondiscendenti. E lo so cosa pensate ma questa specie di sesto senso da quattro soldi non mi permette di anticipare risultati o previsioni, altrimenti vi scriverei da un attico a New York usando un potentissimo mac da millemila euro, anziché da qui dove non hanno nemmeno acceso ancora il riscaldamento e ho tre strati di lana addosso e il pc dell’ufficio. Anzi, si tratta di un dono che preferirei non avere perché, mannaggia, su quel ripiano della candeggina ci arrivo sempre con meno sforzo e vi assicuro che non sono né cresciuto e nemmeno mi si sono allungate le braccia a furia di protendermi in avanti. Potrei sostenere che il tutto si sta contraendo, altro che universo in espansione, ma non ho i titoli adatti a dimostrarlo. Sta di fatto che stiamo sempre di più allo stretto, le cose del domani e del dopodomani si fanno maledettamente vicine, basta un salto per piombare nell’età maggiorenne di un figlio a cui fino a qualche giorno prima insegnavi ad andare in bici o fino a ieri accompagnavi insieme agli amichetti al cinema, o ancora sembra di sfondare le maglie di uno di quei calendari fatti a reticolato – avete presente? – che ormai non ci sostiene più e ritrovarsi a terra, chissà dove ma soprattutto chissà quando, con questi pezzi di giorni rotti sparsi intorno, a non capirci più niente del perché siamo parte di un sistema di cose che ha così maledettamente fretta di finire.
Io, quando mi piglia così, mi faccio una piada.
io sono più sul versante birra ma capisco