Qualche mese fa, nel corso di una tavola rotonda andata poi in onda alla tv di stato canadese, lo scrittore Edward Severnett ed io discutevamo proprio sulle incoerenze nello sviluppo del senso dello spazio durante la fase del pensiero intuitivo, come la definisce Piaget, una conversazione nata grazie alle riflessioni su Tom, il protagonista del suo ultimo romanzo “The river off”. Tom crede che a parte certe grandi isole come le nostre Sardegna e Sicilia, tutte le altre siano poco più che scogli affiorati sulla superficie del mare e si stupisce dei turisti che vi si recano in macchina, perché teme che una volta sbarcata l’auto dal traghetto non ci sia posto più per nessuno. Gli ho mostrato così la foto del poco conosciuto Isolotto di Bergeggi, nei pressi del quale ho fatto numerosi bagni da ragazzo, e il caso ha voluto che Eddie abbia preso spunto da lì. Ha riconosciuto infatti la meta di diverse estati di vacanza ai tempi dell’università, quando era legato a una studentessa italiana di scrittura creativa. Il problema è stato anche quello di definire quale potesse essere il concetto di scrittura creativa americana per una studentessa italiana, indipendentemente dalla sua familiarità con le spiagge liguri. Servernett però si ricordava alcune su composizioni acerbe ma pregne di reminiscenze classiche e ha citato un passaggio in cui un poeta di chiare matrici decadentiste – uno alla Tarchetti nella migliore della sua forma – si ferma a osservare un mucchio di teschi in un ossario e a ciascuno chiede a chi appartenessero, da vivi. Un dialogo muto solo in apparenza. Io ero un magistrato, diceva il primo. Io un pastore del quindicesimo secolo, un altro. Io stavo per cambiare il mondo con la mia invenzione, ha detto il terzo. Io ero una donna bellissima che ha avuto ragione su tutto, un quarto, e così via. Ogni teschio a ripercorrere in poche battute un’esistenza più o meno rilevante nelle epoche diverse e più disparate fino a quando, diventati anonime ossa, nessuno, in nessuna parte del mondo, si è mai ricordato più di loro.