La mia esterofilia raggiunge vette elevatissime con l’Inghilterra. Fosse per me in tutto il mondo si parlerebbe inglese così eviteremmo pastrocchi di italianglismi o gente che briffa uploada downloada targetizza forwarda partecipa alle call o ai meeting backuppa endorsa committa schedula splitta switcha segue la mission o sposa la vision. Anzi se la devo dire tutta matcherei la lingua e la cultura inglese con il gusto (e il vino) francese in un’organizzazione socialdemocratica tedesca anche se ho i dubbi che questa triplice alleanza oggi possa funzionare. Un nuovo ordine mondiale guidato da David Bowie anche se è morto in cui noi italiani potremmo servire il caffè e cantare stornelli all’ora di pranzo. Questo è il motivo per cui se vincessero quelli che vogliono uscire dall’Europa mi dispiacerebbe molto. Che ne sarà del mito di Londra come fine ultimo di noi giovani di una volta, della loro guida a sinistra, dei sussidi di disoccupazione e delle unità di misura che ci capiscono solo loro? Per questo chiedo alle migliaia di amici inglesi che leggono questo blog di rimanere e di farlo soprattutto per me. Non solo. A dimostrazione del mio attaccamento alla vostra terra, cari europei d’oltremanica, metto qui questo tributo dei Portishead a Jo Cox, la parlamentare laburista britannica uccisa il 16 giugno da un estremista nazionalista. Una cover bristoliana tripoppetara di SOS degli ABBA, un messaggio disperato per un’idea di unità che va disintegrandosi e contro una trovata che ha tutti i presupposti per dare il colpo di grazia all’occidente come lo conosciamo noi e di farci cadere nel baratro. Restate. Non abbandonateci, vi prego.
Ultimamente ascolto spesso quest’altra canzone:
Che ne pensi?
un pezzo di storia