1. All’orizzonte del nulla si intravede sorgere la luce dell’unicità del proprio pensiero creativo, quello che ci rende superiori rispetto al resto della gente condannata a eseguire e a portare borse al resto dell’umanità che conta, noi in primis.
2. All’idea si dà corpo e forma, colore e sostanza, anzi no prima la sostanza e poi il colore se no non asciuga bene, occhio a maneggiarla che scotta e ricordatevi sempre gli occhiali da sole meglio quelle mascherine per saldatori o al massimo anche quei sistemi fatti in casa per seguire le eclissi senza lasciarci la retina.
3. La potenza diventa atto e nulla sembra così disruptive come dicono gli americani.
4. Si cerca il canale più adatto per la diffusione dell’idea creativa. Può essere visual o un post tagliato su misura per social media più adatto a veicolarlo. Hai deciso Facebook? E Facebook sia.
5. Su Facebook il post in cui ha preso vita l’idea creativa ci farà assurgere a pionieri del futuro della comunicazione.
6. Passa una nuvola sulla nostra autostima che o mette in dubbio il fatto che l’idea creativa in sé sia una roba senza precedenti o che invece ci identifica con la nostra fan base che pensa che la nostra idea non ha proprio niente di speciale.
7. Ma chi cazzo se ne frega di pubblicare sta cagata.
8. Si cancella l’idea creativa, a partire da post come questo che come vedete è partito bene ma alla fine è diventato banalissimo.
Tempo trascorso: meno di un minuto.
Mha?!. Sospendo il pensiero.