Mi hai sfilato le cuffie dalla testa e le hai indossate per entrare nel mio mondo e scoprire tutte le nicchie della mia personalità proprio l’unica volta in cui stavo ascoltando gli Steps Ahead, io che ho gusti raffinati della musica più alternativa che c’è in giro e che volevo introdurti al post punk, alla no wave, ai Clock DVA e a certa roba electro che nemmeno nel duemila sarebbe stata così all’avanguardia, io che sono stato costretto ad addurre delle scuse da prima elementare sul fatto che mi stessi trastullando con un genere da sfigati come la fusion da tanto al mucchio. Tutto questo a dimostrazione che non bisogna mai abbassare la guardia e che la filosofia dell’uscire sempre di casa con la biancheria pulita e i calzini non bucati perché se ti capita un incidente e ti portano all’ospedale devi essere in ordine alla fine dimostra che le nostre mamme sono sempre dalla parte della ragione.
E io ogni tanto lo noto qualcuno nello spogliatoio della palestra con la canottiera così consunta da sembrare giallognola, avete presente? Metti che proprio quel giorno ti capita l’occasione della vita e ti devi spogliare senza nemmeno darti una rinfrescata prima. Ricordo ancora il collega con i maglioni con la zip da cima a fondo e la ragazza del bar che gliel’ha abbassata scoprendo sotto la maglia della salute, per giunta con il collo a v, e lei che sperava che invece a contatto vivo con la lana ci fossero solo pettorali e tartaruga depilati, che poi è l’equivalente femminile di mettersi perizoma o reggiseni provocanti anche per andare in ufficio perché non si sa mai quello che può succedere la mattina quando esci di casa.
Un’altra precauzione riguarda l’emissione di gas corporei in macchina, da soli, e toglietevi quell’espressione sorpresa dalla faccia, chi non l’ha mai fatto scagli la prima pietra. Appena vi liberate, il tempo di allineare al meglio la vettura nel parcheggio a spina di pesce con quelle a fianco, quando ecco sbucare dal nulla quella con cui flirtate a viso aperto che si avvicina al finestrino per farvi un saluto dei suoi e a quel punto non potete esimervi dall’abbassarlo. Lei mette la testa dentro per concedervi un po’ di moine e l’incantesimo si rompe. Meglio tenere sempre a portata di mano una scusa valida per giustificare l’aria pesante nell’abitacolo. C’era una vecchia storia disegnata da Andrea Pazienza dal titolo “L’appuntamento”, vi ricordate? L’attesa si fa troppo lunga, lui comincia a spazientirsi e lei arriva proprio mentre lui si sta dando una vigorosa grattata là dietro. Qui si parla solo di fallire al momento decisivo. Certo, c’è anche una componente di sfiga, ma non bisogna mai distrarsi un secondo. Mai.
Mah, io penso che è meglio un ottimo fallimento che un successo mediocre
Mia nonna mi diceva sempre di mettermi la biancheria buona “che se poi fai un incidente e ti portano all’ospedale, che figura ci fai?!” Ecco, in un’ottica diversa, però…
spero che qualche istante prima di un grande fallimento mi venga in mente una reazione alla John Belushi
esatto, ci hanno inculcato il terrore di farci trovare in disordine. Che poi, in casi gravi, non è che stanno a guardare se hai un buco nei calzini
In caso gravi il buco nei calzini è il male minore