La qualità di un’automobile con i fiocchi la capisci quando sei seduto dentro, si chiudono le portiere e senti quel rumore inconfondibile di due componenti di alta precisione tecnologica che si riuniscono dopo esser stati divisi per permettere l’accesso in un “clac” che, in un istante, separa perfettamente l’interno dell’abitacolo dal mondo esterno proiettandoti in un ambiente perfettamente insonorizzato. Di quelli che sono rimasti fuori percepisci solo il labiale di quello che dicono visto dal parabrezza, tanto i settori sono diventati a compartimenti stagni. Dentro invece potresti allestire uno studio di registrazione – certo, finché la macchina è spenta – e la sensazione è proprio quella. Chiudi gli occhi e puoi fingere di avere davanti un banco mixer, poi il vetro che separa la regia dalla sala con gli strumenti e dentro qualcuno che si accinge a suonare la sua parte, dietro il muro con i pannelli fonoassorbenti e quelle piramidi morbide che contribuiscono a darti la miglior esperienza d’ascolto possibile. Se non fosse che comunque, se non hai lasciato l’auto in garage, la temperatura è quella che è: le auto nelle quali puoi pre-impostare il riscaldamento a seconda dell’ora in cui la devi usare non le hanno ancora inventate o almeno non credo, certo sarebbe un bel passo in avanti. Resti quindi così qualche secondo a stringerti le mani tra le cosce, con il piumino e la sciarpa che fa più giri intorno al collo, ad aspettare che tutti salgano senza avviare il motore perché quell’isolamento acustico da fuori sembra comunque un dono del cielo insieme al sole anomalo per dicembre, ai giorni che ti sono stati concessi di pausa dal lavoro, ai vecchi zii che hanno tagliato il traguardo di un altro Natale. Non ci manca niente, al massimo una Golf come quella che ispira sicurezza sulle strade ghiacciate, un desiderio che resta inesaudito e che svanisce in pochi istanti di lì a qualche ora soppiantato dalla consapevolezza di sapersi addormentare su un fianco, quello buono che è quello destro, una posizione molto più riposante rispetto ad anni di sonno esercitato sulla schiena a individuare profili nelle crepe del soffitto mentre si sprofonda in uno strato che è sotto qualcosa, ma nessuno ha ancora capito cosa.
Siamo oramai prossimi alle auto che guidano da sole (anzi, i primi prototipi hanno già viaggiato in strada) quindi un’automobile che accenda il riscaldamento a un’ora prefissata mi sembra più che ipotizzabile.
Un post onirico, forse post-onirico.
sbrighiamoci a inventarla, da qualche giorno si barbella dal freddo qui
con un post si può fare persino il compost