il paradiso delle cose che si comprano per i figli e che poi i figli non useranno mai

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Tra le conseguenze dell’amore che si prova per i figli e che è una roba che ti manda fuori (provare per credere) c’è la tendenza a soddisfarli in qualsiasi capriccio, cosa che peraltro dicono essere un errore pedagogico madornale, di quelli addirittura senza ritorno. Si tirano su mocciosi viziati abituati ad avere tutto – nel limite delle possibilità economiche della famiglia – che poi da grandi sono difficili da mantenere e non ci mettono né uno né due ad accoppare i genitori per accaparrarsi l’eredità e continuare a vivere con lo stesso tenore. Ma mentre su questo tema vi invito a riflettere nel silenzio dei vostri letti matrimoniali, c’è un argomento più urgente visti i tempi di letterine, doni e babbi natale, che è la quantità di beni acquistati per i figli e rimasti intatti e immacolati fino al trasporto alla discarica per il viaggio finale. Cose che capitano abbastanza soventemente.

Proprio perché non hanno bisogno di nulla, il bello della sorpresa è la sorpresa in sé, e questo vale per qualsiasi festa ma anche per regali estemporanei. Dopodiché oggetti, giochi, vestiti, libri illustrati, libri non illustrati, pennarelli, costosi kit per pittori in erba, strumenti musicali, mappamondi, diari dei ricordi, clessidre, telescopi, droni, orologi e qualunque altra cosa non riconducibile alla soddisfazione di un bisogno molto spesso difficilmente esprimibile da parte loro e, anche in caso positivo, altrettanto difficilmente comprensibile da parte nostra, restano inutilizzati nel paradiso delle cose che si comprano per i figli e che poi i figli non useranno mai.

Intanto diamo una giustificazione plausibile, ammesso che esista, al perché facciamo acquisti anche non richiesti per i nostri figli. Ci sono tanto per iniziare certe cose che piacciono principalmente a noi genitori. Ci sono libri con disegni pensati da adulti con il gusto degli adulti, perché poi alla fine sono gli adulti che ci mettono i soldi, e che compriamo malgrado sappiamo già che sono disegni troppo da adulti per i figli e così ci illudiamo che possano piacere ai nostri figli ma chi se ne importa tanto piacciono a noi. Ci sono poi le cose che pensiamo possano essere di loro gradimento perché abbiamo sentito che piacciono ad altri bambini, questo è ancora più grave perché vuoi dire che i nostri figli non li conosciamo abbastanza. Poi ci sono le cose non espressamente richieste che crediamo che i nostri figli riescano ad apprezzare, fino alle cose di cui hanno parlato una volta e nelle quali noi subito abbiamo captato un bisogno che poi alla luce dei fatti risulta equivocato.

Noi genitori del web quindi potremmo unirci e allestire una piattaforma di e-commerce in cui vendere tutta questa roba superflua e praticamente nuova o, anzi, fare del bene regalandola a chi ne ha bisogno. Io per esempio ho: un glockenspiel, un tamburello, una coppia di maracas e una tastierina semi-giocattolo risalenti al periodo in cui pensavo che mia figlia mostrasse qualche interesse alla musica suonata (per fortuna invece no). Ho una collana intera di libri relativi a film che ha visto ma che, avendo prima visto il film, poi non credo abbia mai letto. Un poncho, che nel negozio ha indicato con entusiasmo ma che poi ha indossato una volta sola in quanto poco comodo, per esempio, per andare a scuola con lo zaino in spalla. Due file di led luminosi, uno a forma di cuore e uno a forma di fiore, acquistati per soddisfare il suo desiderio di mettere delle lucine da albero di Natale in stanza ma che se avessimo davvero comprato delle lucine da albero standard anziché i led a forma di fiore e cuore probabilmente avrebbe usato. Almeno tre o quattro giochi da tavolo per consentirle di giocare con le amichette invitate in casa per merenda quando era più piccola, sottovalutando il fatto che la soglia attentiva della generazione Internet alle prese con i vari Forza Quattro o il memory degli animali non supera i venti minuti. Vendo anche al migliore offerente un bellissimo planisfero da appendere e a cui attaccare i magneti di tutti gli stati del mondo, esteticamente molto appagante ma difficilmente utilizzabile dopo il terzo o il quarto completamento, quando anche l’ubicazione dei paesi del sud est asiatico o le repubbliche baltiche non hanno più segreti.

Ecco, è possibile che tutte queste cose non abbiano avuto la loro importanza nella crescita di mia figlia. Magari però, a mia insaputa, mentre era sola in cameretta o di nascosto dal mio essere così ingombrante nella sua vita, ha passato ore a comporre il planisfero magnetico. È stato un regalo – non richiesto – per la pagella alla fine della prima elementare che a mia moglie e me è piaciuto appena l’abbiamo visto ma si sa, i bambini crescono e di certe cose di quando erano piccoli poi ad un certo punto iniziano a vergognarsene.

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