Finita la sbornia emotiva del natale dei bambini gli adulti rientrano nella comfort zone della leggera ebbrezza da feste comandate, quel mix di ferie, pasti in eccesso, soldi buttati via e Carlo Conti su Raiuno a mezzanotte che è un po’ il comune denominatore degli adulti con i figli già troppo grandi per credere a Babbo Natale o Gesù Bambino o chi per esso, per cui risulta superfluo organizzare tutta la messinscena della visita notturna con i doni sotto l’albero e il latte con i biscotti nel punto di ristoro. Che non è affatto meglio, sia ben chiaro. Il momento in cui i bambini crescono è la fine di tutto questo, almeno fino a quando i genitori passano al livello superiore di nonni con nipoti in cui si ha l’ultima occasione di commuoversi con questo genere di cose. Anche i più cinici si lasciano infatti coinvolgere nel vortice del sentimentalismo, io ne so qualcosa: dopo decenni di nichilismo celebrativo, dalla mia adolescenza fino alla vigilia della genitorialità, improvvisamente per i figli si vestono i panni (rossi e con barba posticcia) del più mainstream dei tradizionalismi imposti dal mercato, ma di fronte alla gioia e alla soddisfazione dei bambini qualunque radicalismo passa in secondo piano. E infatti scaduta l’ultima occasione in cui si mette in atto il teatrino della visita notturna con elargizione di beni, tutto rientra nel materialismo adolescenziale dei propri figli che anzi, proprio in voluto contrasto con il passato recente, è ancora più marcato e distruttivo e quindi più insopportabile per gli animi più sensibili. Perché nel frattempo i genitori sono passati dall’altra parte della barricata, tutto sommato l’albero fatto con un certo criterio e la letterina e tutte quelle cose lì non erano niente male e hanno risvegliato un qualcosa di latente in una sorta di rebirthing emotivo, il che significa che quando poi i bimbi crescono e si spezza l’incantesimo dell’infanzia sono i genitori quelli più a rischio di ferite nei sentimenti. Almeno io ci sono rimasto malissimo, è successo l’anno scorso e anche in previsione delle feste che stanno per iniziare mi sento come derubato di qualcosa di bello, avete capito cosa intendo. Festeggiare certe cose tra adulti non dà la stessa soddisfazione, quindi se avete figli sotto i dieci anni, oltre a invidiarvi, vi dico di godervela e di dare il massimo per rendere il tutto più speciale che si può, per loro. Ma so che già lo fate, che siete messi peggio di come ero messo io, e anzi, chi è senza peccato scagli la prima statuina del presepe.
Questo post mi fa piangere.
Un po’ perché risveglia il mio io bambino, un po’ perché ho un figlio di dieci anni, un po’ perché dovrei aspirare ad evolvere a nonno.
E un po’ perché non so cosa vuol dire mainstream.
nemmeno io, credo si riferisca a qualcosa di tradizionale o convenzionale