Io e Bea siamo nati lo stesso giorno dello stesso anno, alla stessa ora. C’è una definizione per questo tipo di gemellitudine, che non è coincidenza, ma un tecnicismo vero e proprio compreso nella terminologia di una branca di una pseudo-scienza tipo l’astrologia, ma ho provato a cercarlo su Google senza successo e sia chiaro, secondo me non esiste nemmeno gemellitudine nella lingua italiana. Comunque io e Bea siamo quella roba lì.
Lo stesso giorno dello stesso mese dello stesso anno, in due ospedali ubicati a una cinquantina di km di distanza, le nostre rispettive mamme provavano simultaneamente le pene dell’inferno con l’obiettivo di cagarci fuori dal loro ventre il più velocemente possibile. Ora è chiaro che è piuttosto comune che ci siano nascite nello stesso istante nella stessa struttura sanitaria. Basta guardare dal vetro nello stanzone dove ci sono tutti i trofei ottenuti in premio per i nove mesi di stenti. Tra quella moltitudine di micro-umani qualche caso di venuta al mondo sincronizzata ci sarà ben stata. Figuriamoci tra due ospedali, o tra tutti gli ospedali di uno stato o in tutte le cliniche al mondo, anche se con la storia dei fusi orari rischiamo di fare qualche casino, che già solo quando ho una call con inglesi o americani ogni volta è un delirio per capire le ore di differenza e se l’ora solare o legale la usano anche lassù.
Il bello è invece quando il destino poi ti fa rincontrare dopo venticinque o trent’anni. Ti presentano una come Bea, si fanno due chiacchiere e magari Bea è una di quelle che crede agli oroscopi così quando le riveli il segno e poi tutti i dettagli è fatta. O almeno quelle come Bea vanno in brodo di giuggiole per la combinazione, mentre se dall’altra parte c’è uno come me che degli oroscopi se ne fotte e anzi, quelli e quelle che credono agli oroscopi li disprezza perché dedicano tempo e risorse alle cose invisibili, ecco che in breve l’essere gemelli omoanagrafici (anche questa me la sono inventata) si rivela di valore opposto e ciò che dovrebbe unire alla fine separa per sempre.
Peggio è quando c’è un tramite che scopre la tua data di nascita e, forte della sua perizia in astro(nzato)logia salta su dicendo che ha un’amica con quel giorno lì segnato sulla carta d’identità e pure l’ora è la stessa e fa carte false (non d’identità perché altrimenti finirebbe male) per farvi incontrare. Comunque in un modo o nell’altro a me è successo. Io e Bea ci siamo conosciuti ma il vero problema era che Bea faceva la restauratrice, anzi forse la cosa più grave era che aveva sempre un amico sfigato palesemente innamorato di lei che la scarrozzava in ogni dove in macchina sempre attaccato al culo e anzi, la cosa forse più respingente era che sembrava depressa di una depressione ingiustificata. Mi sono immaginato nel giorno del mio compleanno a spegnere candeline davanti a una torta posta su un antico tavolo finto tarlato e ricoperto da un decoupage di pessimo gusto, insieme a Bea e insieme al suo amico sfigato che nemmeno così si sarebbe levato di torno. Troppe coincidenze non fanno la felicità.
Ma è andata a finire che anni dopo Bea e l’amico sfigato si sono finalmente messi insieme, la depressione si è esaurita come un qualunque malanno di stagione, Bea ha trovato un normale lavoro d’ufficio in un ufficio arredato Ikea in cui il pezzo più antico è un armadietto PS Ikea verde verticale, che tra l’altro ora non fanno più e secondo me dal punto di vista commerciale è un errore madornale, ma io oggi che su Facebook sai tutto di tutti e in occasione dei compleanni ti appare un messaggio che ti dice di contribuire a rendere quel giorno ancora più speciale e che Bea non so che fine abbia fatto, quando mia mamma alle sei e quaranta del mattino del mio compleanno mi manda l’sms di augurio perché è quello in momento in cui mi ha cacciato fuori da sé, ecco in quel momento anche se è mattina presto mi viene sempre da dedicare qualche istante a Bea, al suo amico sfigato ora marito, e alla fortuna di non apprezzare i mobili di antiquariato.
Il nome se lo sono inventato gli psicologi che fanno gli studi sull’astrologia, ed è gemelli temporali. Omoanagrafici mi piace di più, però.
Ah, se è il tuo compleanno auguri:-).
gemelli temporali o temporali gemelli? Perturbazioni eterozigote? (scusa) comunque no, non era il mio compleanno, sono un toro ascendente gemelli
Mi stupirei se perturbazioni eterozigote non fosse il nome di qualche diavoleria genetica.
che dio ci fulmini