Repubblica.it, “Volley, la Piccinini s’arrabbia: Giovani viziate e poco rispettose”: L’icona della pallavolo italiana, quasi 37enne, apre su Facebook uno scontro generazionale che va oltre i confini dello sport: “Le ragazze sono cambiate, hanno la lingua lunga e sono sempre attaccate allo smartphone”. Il ct azzurro Bonitta le dà ragione: “Anche per un allenatore è diventato più difficile”
corriere.it, “La lettera di Marco Parma”: Non esistono iniziative “cancellate” o “rinviate”. L’unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna.
Il Post, “I tessuti africani che hanno dentro un messaggio”: Li produce da 150 anni un’azienda olandese; ora sono un prodotto di lusso ma all’inizio le donne sceglievano i motivi per dire che erano colte o ballavano bene.
gli 88 folli, “Io e Annie, io e Allen”: Perché questo film è considerato da molti il capolavoro di Allen? Io credo che sia perché la storia con Annie continua a non funzionare mai, eppure va avanti. Prosegue, eppure ogni volta si arresta. Si vede che non c’entrano nulla l’uno con l’altra, ma non riescono a fare a meno di cercarsi. Tra risate, noia, tentativi di provare cose nuove e di ritrovare quello che di bello c’è stato. Io e Annie piace tanto perché è divertente, ma fa pensare. Impegna la testa, ma in modo leggero. Sono due pazzi nevrotici da strozzare, eppure li adori.