Cronache dalla libreria, “L’uomo che sono, il ragazzo che ero”: E mentre molte delle persone che poi sono cresciute e si sono sposate, hanno avuto figli, sono emigrate, sono tornate single o lo sono sempre state parlano di quegli anni come di momenti magici io riesco solo a ricordare un buio terribile e una gran solitudine. E l’unica risposta che riesco a darmi è che l’essere gay, in quegli anni, in quei posti, in quella scuola, ha contribuito al mio isolamento. E non perché ci fosse qualcosa di sbagliato in me, sia chiaro. È per dire che chi sostiene che il bullismo omofobo e l’omofobia non esistono ha davvero una gran faccia tosta.
minima&moralia, “Quali maestri?”: La domanda nasce come un gioco davanti a una vecchia pubblicità (apparsa su linus nel maggio 1976): chi può spiegarci, oggi, “perché siamo diventati come siamo”? Chi potremmo metterci al posto di quei tre (Elio Vittorini, Alberto Moravia, Eugenio Montale)? e conduce fatalmente a interrogarsi sull’endemico senso di inferiorità che attraversa il nostro paesaggio culturale. Osservare quegli illustri scrittori prima ancora che uno sforzo d’intelligenza storica, di critica letteraria o militanza culturale, ha tutta l’aria di un esperimento emotivo. Come ci sentiamo, come vogliamo sentirci rispetto al nostro tempo?
Booksblog, “Le più belle frasi di Natale”
The Post Internazionale, “Come ci ha cambiati la tecnologia”: Queste e altre osservazioni sul rapporto tra mondo virtuale e mondo reale sono raccontate nella raccolta di illustrazioni #This_Generation dallo studente britannico Ajit Johnson, che denuncia in chiave ironica la dipendenza dai social network.
Muninn, “Trilogie pericolose”: Le ragioni c’erano tutte per compiere questo misfatto: la Trilogia di New York, quella di Paul Auster, era un libro compromettente per molti. Per lo stesso Paul Auster, ad esempio. È noto che il famoso scrittore, all’inizio degli anni ottanta, quando non sperava più di diventare famoso come poi sarebbe diventato, scrisse la trilogia come sfogo personale dopo il divorzio dalla prima moglie infarcendo le pagine, sotto multipli travestimenti, delle sue vicissitudini personali. Inaspettatamente le opere, uscite una dietro l’altra, avevano avuto un incredibile successo. È possibile che il Paul Auster non voglia che la sua opera torni alla ribalta dopo anni di oblio in cui le sue opere successive hanno preso il sopravvento. Un uomo determinato e ricco può benissimo arrivare fin qui. Non è da trascurare neppure l’influenza della ex moglie, dirigente alla Library of Congress, che potrebbe aver disteso la sua longa manus attraverso le pieghe sempre oscure della biblioteconomia internazionale.
BarneyPanofsky, “Il Movimento 5 Stelle e la scienZa (ovvero: perche’ non votero’ MAI AbBeppeGrillo)”: Non so se e’ chiaro: alcune persone, con particolare predisposizione genetica, possono sviluppare la narcolessia se gli viene l’influenza, e -molto meno spesso- possono sviluppare la narcolessia anche se si inettano un certo vaccino. Diciamo (dando numeri del tutto a caso) che se questi soggetti sono a rischio di narcolessia in 30 casi su cento nel caso si becchino l’influenza suina, hanno un rischio del 2 per cento se -pur non ammalandosi- fanno quel vaccino (e non altri).
tonyface, “L’educazione sessuale nelle scuole”: In Italia decenni di proposte ma neanche una legge in materia. Nelle scuole i corsi sono lasciati all’iniziativa dei docenti. In Svezia già nel 1955 diventò obbligatorio l’insegnamento in tutte le scuole, in Danimarca e in Austria nel 1970. I genitori non possono chiedere che i figli siano esentati. In Olanda i primi programmi nascono negli anni ’60. In Francia nel 2001 l’educazione sessuale divenne obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado con almeno tre diversi cicli di lezioni durante l’anno. La Germania, dopo la riunificazione, nel 1995, ha reso obbligatorio l’insegnamento in tutto il paese. Perfino il Pakistan ha introdotto corsi in materia sessuale nelle scuole.