giramenti, “La critica letteraria è morta, tutti s’improvvisano critici e io nel frattempo sbadiglio pure con le orecchie”: Detto questo, vorrei far presente ai critici – quelli super, mica gli altri – che immagino possibile, da inguaribile ottimista, poter parlare di un libro senza mettere il lettore nella posizione di a) odiarsi fino allo spasimo per quel sei beccato in terza liceo; b) accendersi una sigaretta e farsi un caffè per arrivare sveglio all’ultima riga della recensione; c) chiedersi se tutta la broda proposta sia opera del puro ingegno o se si sia pagati a cottimo.
gynepraio, “rapidissimo trattato sull’umorismo”: Mi ci sono voluti 33 anni per capire che c’è veramente uno e un solo limite che non posso perdonare al prossimo: la mancanza di umorismo. Le persone prive di tale caratteristica sono aride come il deserto del Gobi, insipide come gli omogeneizzati per l’infanzia, incolori come la colla dei francobolli. Questa malattia, perchè di fatto è una patologia, si manifesta a due livelli diversi.
Il Post, “I ritratti di Man Ray”: Fotografie scattate negli anni in cui viveva a Parigi ad amici, amanti e personaggi di spicco, tra cui anche Salvador Dalí, Hemingway e Le Corbusier.
Paolo Nori, “Cos’hai?”: In questo video c’è la presentazione del candidato sindaco di Milano del MoVimento 5 stelle, Patrizia Bedori, che quando arriva sul palco che l’applaudono, come prima frase dice (dopo 20 secondi di video): «Essendo l’unica donna ovviamente ho la clap».
Sul Romanzo, “I migliori inserti culturali dei quotidiani italiani – 1”: Gli inserti culturali dei quotidiani italiani sono, oggi, tra le migliori letture che possiamo trovare in edicola. Questi fascicoli, a volte posti nelle pagine centrali a volte titolari di un dorso separato, pare stiano vivendo, proprio in questi anni, una nuova rinascita, capaci di ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel panorama culturale del Paese. Cercando di individuare i migliori prodotti oggi a disposizione, vediamo anche lo sviluppo di quelli che un tempo erano gli elzeviri, gli approfondimenti relegati alla Terza pagina (locus riservato alla cultura fin da quando i quotidiani avevano solo quattro facciate), antesignani di quelli che oggi sono, ad esempio, i blog letterari come il nostro.