The New Yorker, “Springsteen’s Most Anxious Album”: But “The River” isn’t a political record. Springsteen made it when he was newly thirty, not yet married but questioning the institution, bending it to the light, checking it for scratches, the way a person might inspect an old LP at a yard sale. It is as if he began to understand his life as finite and contained, and started asking the tough questions about what it means to be alone, and about the kind of person—if any—he might like by his side.
stravagaria, “L’anatomia di Gray”: la cecità nel perseguire l’appagamento immediato di ogni desiderio annacqua la capacità di giudizio, rende complici e conniventi di chi commette malvagità simili alla nostre, inclini a deridere chi sceglie percorsi più accidentati e rifugge scelte al ribasso.
The Post Internazionale, “Gli oggetti personali delle vittime della Guerra in Bosnia”: Durante la Guerra in Bosnia del 1992-1995 morirono 30mila bosniaci. Un fotografo restituisce loro l’identità mostrando gli oggetti personali ritrovati nelle fosse comuni.
La poesia e lo spirito, “Considerazioni sulle strutture espositive: da Italia ’61 a Expo 2015”: Tuttavia le strutture di Italia ’61 e delle Olimpiadi, quando attive, conservavano una dimensione di accoglienza, adeguata alle esigenze del pubblico, che è venuta a mancare a Expo Milano 2015. L’errore di Expo Milano 2015 è stato di mettere in piedi padiglioni che, come concezione, sono ancora ottocenteschi, e non hanno saputo rispondere a genti provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un fallimento, ma non del sistema ricettivo, si tratta di un fallimento della progettazione architettonica. Un fallimento attribuibile agli architetti, certamente condizionati dalla politica ma non per questo giustificabili, che non hanno saputo misurare spazi tempi e utenze.