Non è solo Gabriele a non avere a disposizione una vera camera tutta sua e a condividere un divano-letto in sala da pranzo con suo fratello che è più piccolo ma già ora ha tutte le carte in regola per diventare un fotomodello o un attore. Io sarei impazzito da ragazzo a non possedere uno spazio tutto mio dove mettere le mie cose. Per darmi una spiegazione penso che la famiglia di Gabriele non può permettersi una casa più grande con una stanza in più. Suo papà giocava a calcio di professione e poi non ho mai capito che lavoro avesse iniziato successivamente al ritiro. Sua mamma tutt’ora gira in reggiseno senza nessun problema nei confronti degli ospiti, che a loro volta si sentono a proprio agio e vorrei vedere chi no.
Oltre a Gabriele e suo fratello vanno annoverati in questa specie di categoria in cui ci si sente un po’ provvisori anche Veronica e il suo fratellino che ha un nome che inizia con la V. Addirittura loro, oltre a dover rifare il letto e mettere tutto a posto ogni santo giorno prima di andare a scuola, hanno anche la nonna che occupa uno stanzino ma che per lo meno non è di passaggio per nessuno e dispone, a differenza di loro, di un livello di privacy sproporzionato per le esigenze di una vecchina che sì, ha piacere a cambiarsi in santa pace senza mettere la sua biancheria in mostra, ma in confronto i bisogni degli adolescenti sembrerebbero quisquilie.
L’apoteosi è quando arriva qualche ospite. Capita spesso perché la famiglia di Veronica che viene dal sud svolge il ruolo di base d’appoggio a Milano per parenti e amici che hanno bisogno. Pensate al dibattito Roma vs Milano di questi giorni. Io ci ho pensato e credo che non stia né in cielo né in terra perché Roma è tutto quello che volete ed è anche molto più bella, ma a Milano ci vengono da ogni parte d’Italia per lavoro.
Gli ospiti della famiglia di Veronica si appuntano tutte le informazioni logistiche: a Milano Centrale – così gli dettano – prendi la verde fino a Loreto, poi prendi la rossa e scendi a Rovereto e segui le indicazioni per il Parco Trotter. L’ospite arriva e usufruisce di una branda supplementare montata in sala, all’altro capo del divano letto di Veronica e del suo fratellino che ha un nome che inizia con la V.
L’ultimo ospite è stato un cugino in seconda, a Milano per seguire un corso full immersion su un software specifico. Il cugino in seconda lavora per un comune dell’Italia centrale; il suo responsabile gli ha pagato questo corso di tre giorni in un ente di formazione in pieno centro a Milano per il quale è stato chiamato un professionista formatore da Genova. Mi sono chiesto quanti soldi ci fossero in ballo in quel frangente e se non fosse stato più economico mandare il docente da Genova a quel comune dell’Italia centrale, o mandare l’ospite della famiglia di Veronica direttamente a Genova, e perché Milano svolgesse questa funzione di mediazione logistica. Non ho una risposta, come non so perché la mamma di Veronica abbia dato un nome a entrambi i figli che inizia con la stessa consonante.
Io dividevo la camera con mia sorella con due letti regolari e già impazzivo, ma suppongo che ci si adatti a quello che offre il mercato. Sulle stesse iniziali direi che facilitano il passaggio di abiti e oggetti vari che, dal nido alle superiori fabbisognano di sigle identificative
io e le mie sorelle abbiamo avvocati diversi (ma forse te lo avevo già detto)
Sapevolo.