tiasmo, “Il pianto e la disostruzione della tristezza”: C’è chi piange con il mento, come un coniglio offeso, chi con le narici, tirando su col naso. A Lorenzo si spezza la voce, il viso si scalda, ribollono le mani. Gli occhi, ragazzi, i suoi occhi sbocciano, si fanno enormi e sembrano dire: “ma che minchia ci sta capitando?”. Può restare così a lungo, le lacrime sull’orlo del vaso senza traboccare. Non nasconde ancora la faccia per il pudore, ma lo posso già immaginare grande, col cappuccio della felpa tirato sulla testa, le maniche sformate a forza di nasconderci i pugni dentro. Se farà come sua madre ci infilerà anche le ginocchia nel maglione, rannicchiandole sul petto.
NPR, “Patti Smith Looks Back On Life Before She Became The Godmother Of Punk”: I used to daydream when I was a kid about being an opera singer. And I loved Maria Callas, and my mother’s a really nice singer. She, you know, had sort of like a ’30s-style jazz voice. And my father had a nice voice. I think I sang in the school choir or something, but I didn’t really excel or have any real gift. But what I did have, I think, always was – I’ve always, for some reason, been comfortable talking in front of people or performing in front of people. And I guess I got a lot of guts, but I never really had that great a voice. I think it’s basically guts.
Doppiozero, “Expo: Milano da bere, Milano da mangiare”: Parlando di Milano, la città che ha introdotto i supermercati in Italia (il carrello dell’Esselunga è l’essenza di come si mangia nelle case dei milanesi), il cibo del Carosello e degli spot (la coppa del nonno, il mulino bianco, la valle degli orti), i primi fast food, i “paninari”, i panini giusti da accoppiare ai Negroni sbagliati, è certamente un progresso un’attenzione, si spera non modaiola, a quello che si mangia.
Fabristol, “Terrore”: Terrore è, diventati adulti, scoprirsi mortali. Terrore è diventati anziani scoprirsi immortali.