Ci sono un francese, un tedesco e un italiano e non è una barzelletta. Ci sono un francese, un tedesco e un italiano che avviano ciascuno la propria start up e non sto qui a mettere i puntini sulle i sulle maggiori agevolazioni o meno con cui in un paese si riesce a fare impresa rispetto a un altro.
Il francese si è inventato un sistema che crea reti in tempo reale tra smartphone di gente in tutto il mondo che ascolta la stessa musica simultaneamente. Stai andando al lavoro e in cuffia hai il nuovo singolo dei New Order? Se hai l’app dell’inventore francese attiva ecco che istantaneamente sei inserito in un insieme di persone composto da tutti quelli che al mondo stanno facendo la stessa cosa. Manco a dirlo, il sistema è stato già acquisito da una multinazionale dei social network per essere esteso a tutte le attività che l’uomo è in grado di saper fare. Stai accendendo la carbonella del barbecue? Stai oliando la porta blindata perché ogni volta che la apri e chiudi cigola? Sei nei boschi in cerca di funghi? Stai dormendo? Sei al cesso? Sei in coda nella sala d’aspetto del dottore? In tutto il mondo, in ogni secondo, si fanno e si disfano milioni di reti a seconda di ciò in cui ognuno è intento, per consentire la condivisione dell’esperienza.
L’italiano invece sta commercializzando con successo gli auricolari a diametro variabile che si adattano alle orecchie di ciascuno di noi. Voi non potete capire il dramma di avere un orecchio che non trattiene gli auricolari privi di gommini o quelli delle dimensioni standard. Ogni due per tre noi asimmetrici siamo lì a sistemarci le cuffie mentre camminiamo perché non stanno ben conficcate dentro. Che poi, mi chiedo, con tutto questo mettere e togliere auricolari chissà se un giorno il genere umano produrrà ancora cerume o si evolverà secondo questa abitudine. Comunque l’inventore italiano ha brevettato questi auricolari che li metti dentro e si gonfiano e si dilatano fino a quando non sono perfettamente stabili. Mi sembra una figata, così a caldo, vero?
Il tedesco invece si è lanciato nel business degli insetti commestibili. Avete letto bene. Quante volte siete inorriditi di fronte al cuoco vagabondo di turno nelle trasmissioni televisive che gira il mondo a provare per voi le specialità alimentari di culture diverse e che si fa i panini con le cavallette fritte o ingoia cucchiaiate di formiche lesse o si fa un bel cocktail di scarafaggi? Ecco, quello che non ammazza ingrassa, si diceva una volta. Noi mangiamo le lumache? C’è gente agli antipodi del nostro metro quadrato enogastromico che va matta per i tafani ripieni (me li sto inventando eh). Così questo imprenditore tedesco ha mollato tutto e si è messo nell’import/export di insetti che si possono cucinare e mangiare. Ha aperto una catena di rosticcerie con posti a sedere in cui puoi gustare gli insetti che preferisci nel modo che più ti aggrada. Scegli tu che cosa farti cucinare, paghi, ti siedi, e dopo ti arriva il piatto pronto da divorare. Puoi anche portarti i tuoi insetti preferiti da casa. Una confezione di grilli da far saltare in padella, una manciata di vermi e da gustare a contorno di un piatto di carne marcia, le farfalle della pasta da usare come condimento della pasta di tipo farfalle. Questa è buona, vero?
Da questo momento sto desiderando la seconda.
ero giusto in cerca di investitori