finzioni, “Zero K, il nuovo romanzo di Don DeLillo”: La trama di Zero K è presente sul sito di Simon & Schuster. Il romanzo viene già definito come «il più saggio, più ricco, il più divertente e il più commovente, un inno all’umanità e insieme una meditazione sulla morte e un abbraccio alla vita». Il narratore di Zero K è Jeffrey Lockhart. Suo padre Ross è un miliardario sui sessant’anni che ha una moglie più giovane, Artis Martineau, malata e destinata presto a morire. Ross è il principale finanziatore di una clinica segreta dove la morte è controllata e i corpi vengono conservati in attesa che il progresso scientifico raggiunga risultati tali da farli ritornare in vita. Jeffrey si unirà a Ross e Artis in clinica, per salutarla prima della morte.
mix, “La vita al tempo degli antivaccinisti”: Tornare a uno stato più naturale, non dico primitivo perché comunque non è che siamo animali eh, ma comunque più semplice e più vicino al vero spirito umano. Uno stato di sincera violenza, in cui contavano i rapporti di forza e poco altro, in cui le autorità erano stabili e indiscutibili e indifferenti, i poteri inattaccabili, e sì, eravamo come un esercito di fantocci nelle mani di pochi, è vero, ma con molta più naturalezza, in un mondo enormemente meno complesso di quello di oggi, in cui se volevi una cosa la prendevi al più debole, poi arrivava il più forte e lui la prendeva a te, in un ciclo virtuoso e a km zero di prevaricazione, paura e assenza di diritti in cui la vita contava meno di un battito di martello del fabbro ubriaco. Senza tanta tecnologia a rubarci il tempo e la fatica dei lavori manuali, senza tante sostanze a inebeterci, liberi di provare tutto il dolore che un umano può provare, immersi in un ambiente non avvelenato, praticamente intatto, violento e pericoloso, in cui l’animale era ancora un avversario alla pari, quasi sempre vincente. Un tempo in cui l’aspettativa di vita vi faceva arrivare più o meno, in termini attuali, alla fine dello stage gratuito in azienda. La morte sempre in agguato, in mille forme quasi tutte sconosciute. È questo che cercano coloro che si rifiutano di vaccinare i propri figli.
SenzaFiltro, “Prendi i fondi e scappa”: Inizialmente concepito come un sostentamento per le spese degli studi universitari, una sorta dei Pony express anni ’80, ora quello dei call center è un settore che accoglie ultra quarantenni schiacciati dalla crisi e fa la fortuna di imprenditori spregiudicati e onorevoli di lungo corso. Oggi rispondono anche persone in età pensionabile che non hanno i contributi necessari.
Luca Rota, “Biblioteche lombarde addio: la Regione presto le chiuderà definitivamente”: Però è anche vero che la situazione in cui si ritrova il Sistema Bibliotecario Lombardo – ovvero della più grande e (sovente si sostiene) evoluta regione italiana – è veramente emblematico di come la cecità e l’incapacità amministrativa troppe volte constatabile nei governi italiani ad ogni livello rischi sul serio di provocare danni terrificanti tanto quanto – all’apparenza – ben poco considerati dai suddetti amministratori pubblici.
Dance Like Shaquille O’Neal, “New Order – Music Complete / Review”: Music Complete è qualitativamente e musicalmente un ritorno ai fasti del passato. Più pop ed elettronico che post-punk, un album dance, “di quella dance facile da ascoltare ma non da fare”, che oltre far glissare sull’assenza di uno dei componenti storici, può tranquillamente competere con le intuizioni pseudo futuristiche delle nuove generazioni. Senza ombra di dubbio, nonostante la recente pubblicazione, un tassello che figura e figurerà tra i must-have della loro discografia.
Mara Giacalone, “Il racconto più inconsueto mai fatto dell’Olocausto, la graphic novel Maus”: Tutto ciò che è narrato non è edulcorato, non passa attraverso filtri né lenti, arriva direttamente dalla bocca del sopravvissuto, elemento imprescindibile come sosteneva Sofia Nałkowska quando affermava che l’autore non deve fare da tramite, sporcando il racconto. Art Spiegelman stesso, in una parte del lavoro, esprime i suoi dubbi circa il testo: Qualsiasi cosa realizzi, non sarà mai nulla rispetto all’essere sopravvissuti ad Auschwitz. E in un altro passaggio si vede Art reagire alla pressione della stampa americana circa Maus e alla domanda “che messaggio devono cogliere nel suo libro?” risponde, molto semplicemente, che non ha mai pensato di ridurre il testo a un messaggio in quanto non voleva convincere nessuno di nulla.