Ma voi lo sapevate che Ferdi gira con la pistola? Qualcuno ha messo in giro la voce, per forza è stato uno dei suoi collaboratori più stretti, uno di quegli sfigati nerd che si dividono con lui la gestione dei sistemi informativi aziendali. Quelli che chiami quando non va la rete, non riesci a stampare, ti sei beccato un virus o hai cancellato per sbaglio un file e Ferdi o uno dei suoi sottoposti arriva con quei software che ti tirano fuori tutto come una lavanda gastrica o un clistere a seconda di dov’è che sei intasato. Il pc si mette a vomitare persino i file di cinque anni prima e nella melma che spurga, oltre al recupero di quello che ti serve, ci scappa per forza qualcosa di cui vergognarsi, ma d’altronde. Ferdi è stata la terza persona che ho conosciuto qui, ho pranzato con lui il primo giorno di lavoro ma se avessi saputo che gira con la pistola me ne sarei guardato bene. Comunque vengo a sapere la notizia e inizio a preoccuparmi. Magari Ferdi è un folle che una mattina che trova traffico o Fastweb non gli risponde subito fa una strage tra colleghi. Allora, visto che un po’ di confidenza ce l’ho, provo a parlargli. Voglio capire. Ferdi fuma in continuazione ed è anche sovrappeso, ora i coccoloni sono un terno al lotto ma se a meno di quarant’anni hai un tenore di vita così rischioso la pistola ti serve a poco. So anche che Ferdi non è per nulla di destra, anche se quando lo vedi sempre sudaticcio e con quel piglio un po’ decisionista te lo figureresti in piedi con le sentinelle di stocazzo o con quegli squilibrati di nazifasci grillo-casapoundiani. Così, seduti a un tavolino dello stesso bar dove abbiamo pranzato insieme il mio primo giorno di lavoro, serviti dallo stesso cameriere che tutti scambiano per un noto pilota di formula uno, finalmente Ferdi mi mostra la fondina che tiene curiosamente dietro ai pantaloni, sopra l’osso sacro. Sembra un’arma giocattolo, o una di quelle che nei film mettono in mano alle donne perché hanno un’impugnatura adatta alle mani piccole, a differenza di quelle di Ferdi che ha delle dita che sembrano salsicciotti e già non so come faccia a domare la nanotecnologia. Quando gli chiedo spiegazioni mi dà la risposta più ovvia. Si sente sicuro. E mentre cerco di dargli il mio punto di vista più ipocrita sulla libera circolazione delle armi, quello che la mia estrazione culturale mi impone come risposta standard, penso a quante volte piacerebbe anche a me spianarla, anche solo scarica, in certi momenti in cui davvero a convincere la gente che sta oggettivamente sbagliando non si ha altra scelta. Mi immaginavo uno di quei cannoni come l’ispettore Callaghan, e invece tutto si concentra in pochi centimetri cubi, un volume così irrisorio ma dal potenziale così dirompente. E mi sento davvero attratto, come una vertigine, tanto che Ferdi la mette via subito, forse ha dedotto che mi piacerebbe provare a tenerla in mano per vedere l’effetto che fa.
pensare che a me la gente che si sente sicura con la pistola mi fa sentire ‘n sacco ‘nsicura 🙂
A parte che coi riflessi che ho, prima di fare in tempo a trovare l’eventuale pistola nella mia borsa-di-eta-beta farebbero in tempo a rapinare altre cinque-sei persone, oltre a me :).
E grande Verdone 🙂
giusto 🙂 la sequenza sarebbe fazzoletti di carta – portafoglio – contenitore di plastica del pranzo – porta tessere gonfio di fidelity card dei supermercati – gonne da masticare – chiavi di casa e in fondo in fondo, nella tasca in cui pensavi non ci fosse nulla, ecco la rivoltella. Ma a quel punto sei già spacciato.