fabristol, “Sulle piume del T-Rex e il Technicolor dell’antichità classica”: Gli antichi sceglievano il marmo non per il suo colore bianco ma per la possibilità di creare superfici lisce e non porose. Altri tipi di pietre infatti sono incredibilmente porose e assorbenti e non sarebbero forse state adatte per la pittura. Gli occhi delle sculture classiche sembrano quelli di ciechi, vuoti, senza pupille. Il motivo era che le pupille venivano dipinte. Fu il Rinascimento a ricreare il mondo antico in modo sbagliato e noi siamo eredi di quell’errore di interpretazione. E paradossalmente furono proprio i rinascimentali ad essere stati ad un passo dal capirlo: Michelangelo scolpisce le pupille del David perche si rende conto che copiare i classici avrebbe reso la sua scultura con lo sguardo vuoto.
internazionale, “Lavorare troppo rallenta la produttività”: Lavorare meno per lavorare meglio. Non è solo l’ultima moda delle aziende tecnologiche statunitensi ma, come ha spiegato Oliver Burkeman, una strategia per aumentare benessere, produttività e qualità del lavoro. A dimostrazione di questo, in Europa sono i greci a lavorare più di tutti, con circa duemila ore all’anno in media, mentre in Germania si lavora mediamente 1.400 ore – ma la produttività è di circa il 70 per cento più elevata.
Rivista Studio, “Recensire città distrutte”: Cosa rimane delle rovine della guerra siriana, luoghi di vita e turismo fino a pochi mesi fa? Delle testimonianze inaspettate arrivano da… Tripadvisor.
Dudemag, “Chi parla di analfabetismo funzionale è un analfabeta funzionale”: In Italia, l’analfabetismo funzionale è visto ormai come il vero impedimento alla crescita e allo sviluppo, e ha quasi raggiunto il neoliberismo nella lista dei super-ricercati responsabili di ogni malefatta. Secondo greenreport.it, gli analfabeti funzionali italiani sono ben il 70%, mentre secondo lifegate.it sono meno del 30%. Sebbene si tratti in entrambi i casi di cifre molto alte, la differenza è abbastanza grande da far supporre un’interpretazione bislacca dei dati, e da rendere necessaria una verifica, non prima di qualche riflessione.
Il Post, “Non solo Steinway”: È la marca che tutti associano con l’eccellenza nei pianoforti, ma molti musicisti preferiscono altri produttori che stanno facendo molta più ricerca e innovazione
unradiologo.net, “Un turno ecografico molto particolare”: Bisogna avere coraggio, mi dice un altro, ancora più anziano. Certo, penso io. Coraggio di cambiare, di rimettere tutto in discussione. Coraggio anche nell’egoismo, cioè nella determinazione assoluta a essere felici. Coraggio a prescindere: ma quello non mancherebbe, anzi.
la mcmusa, “Il mondo non finisce con la California”: Last Days of California, primo romanzo della scrittrice Mary Miller nonché primo titolo della collana Black Coffee di Edizioni Clichy dedicata alla letteratura americana, è una storia che scorre facile come una strada del Texas ma che, miglia dopo miglia, si rivela disinibita, disillusa e contraria a qualsiasi “etica del finale”.
Huffington Post, “X Factor 9: che fine hanno fatto i finalisti delle scorse edizioni del talent?”: Dal programma, arrivato in Rai nel 2008 ma consacratosi su Sky a partire dal 2011, sono usciti cantanti di spessore, pensiamo a Noemi e Marco Mengoni, mentre altri si sono persi per strada o non hanno fatto la carriera che loro immaginavano. Ricordate i finalisti di tutte le annate del talent show? Abbiamo fatto un po’ di ordine per scoprire cosa fanno oggi. Non sono mancate le sorprese.