Vi sarete accorti che il vostro esistere purtroppo si snoda sotto l’influsso del prossimo, considerando la natura umana di animale sociale, e che quando il prossimo è una merda è facile che la qualità della vita – per quanto si possa essere impermeabili alle secrezioni fisiologiche – un po’ ne risenta. Questo è uno dei leit motiv di questo e di altri blog, forse perché a noi scribacchini dell’online piace rifugiarci in questo eremo virtuale privo di contraddittori. Quando si hanno dei figli si sommano le teste di cazzo che si vorrebbe eliminare dalla propria vita a quelle che ci piacerebbe si togliessero di torno da quella dei propri ragazzi. Farsi carico di questi oneri è la cosa più naturale del mondo ed è un fardello che hanno anche i genitori meno attenti. C’è un problema, però. Se voglio sbarazzarmi di una persona perché fa gli sgambetti a me quando le condizioni diventano insostenibili posso scegliere di cambiare strada, nel limite del possibile. Darci un taglio, andarmene, decidere di non vederla più, cercare un nuovo lavoro. I figli invece non è che puoi prenderli e spostarli altrove – a meno che la gravità della cosa non lo imponga – perché intanto non sono pacchi postali, poi non è detto che la loro percezione del problema sia la stessa della nostra. Non so quindi come si faccia, ma possiamo metterci comodi e intavolare una discussione.
Ecco, sì. Io non sono ancora in questa situazione, ma mi porto avanti. Se hai delle dritte faccele sapere.