Il buon Pierpaolo conosce a menadito cose come “Il libro tibetano dei morti” ma secondo me la sua tesi secondo cui la morte ha la voce di un parente di secondo o terzo grado trapassato se l’è inventata di sana pianta e, detto tra noi, non ho nessuna voglia di controllare, ho un sacco di letture più interessanti in scaletta da qui alla fine dei miei giorni. Nel suo caso si tratta comunque del cugino Nasta, diminutivo di Anastasio e in realtà cugino di suo padre quindi nei parametri di quella strampalata regola che non sta né in cielo né in terra. Nasta era cardiopatico perché abbondantemente sovrappeso e non ricordo se al secondo o terzo infarto, nemmeno troppo vecchio, ha lasciato moglie, figlia, nipotini e villa con tavernetta con forno a legna da cui estraeva certe teglie di farinata che Pierpaolo se ne ricorda ancora. Nasta prima della pensione gestiva un ristorante rivierasco specializzato in pesce dove la famiglia di Pierpaolo non andava molto volentieri, non tanto perché Nasta non faceva prezzi di favore ai parenti ma perché siccome era sempre pieno li faceva accomodare in tavolini di risulta dove un cliente normale non si sarebbe mai seduto. Pierpaolo così stava dicendo a qualcuno che basta, era stufo di ferie faticose e che l’anno prossimo sarebbe andato in un villaggio ma poi, in macchina, aveva sentito Nasta chiamarlo per nome con il suo timbro di voce così particolare, come quando portava a tavola le teglie di farinata e chiedeva di versagli un bicchiere di lumassina. Pierpaolo ha pensato subito a una vendetta. Una volta era in casa da solo con la sua nuova fidanzata quando Nasta e sua moglie erano passati per fare un saluto, così Pierpaolo aveva fatto un gesto alla sua tipa come a dire che palle questi che ci hanno interrotto mentre facevamo un po’ di petting. Aveva fatto il gesto di nascosto ma poi si era accorto che Nasta lo stava guardando. Qualcuno però gli dica che i parenti di secondo o terzo grado non se la prendono se qualcuno non ha tanto piacere di accoglierli in casa e sono pure convinto che nessuno gli assegna il compito di essere messaggeri di brutte notizie. Certe cose le dicono gli sconosciuti, altrimenti la morte sarebbe meno difficile da accettare.